Il vecchio continente si è fermato a quota 11.286.939 immatricolazioni, con l'elettrificazione che ha contribuito a contenere le perdite. Non in Italia tuttavia, dove la quota di auto elettriche è scesa dal 4,6%del 2021 al 3,7%: secondo il Centro Studi promotor, la causa è da ricercare nel "fallimento della campagna di incentivi 2022, che infatti si è chiusa con un elevato volume di fondi inutilizzati"
Il mercato dell’auto europeo, ovvero quello dell’UE più paesi EFTA e Regno Unito, ha chiuso il 2022 con un calo del 4,1% rispetto all’anno precedente, fermandosi a 11.286.939 immaricolazioni. Lo ha reso noto l’ACEA, associazione continentale dei costruttori, contestualmente alla comunicazione dei numeri di dicembre, che in linea con quelli degli ultimi mesi sono invece positivi: 1.091.119 nuovi veicoli venduti, il 14,8% in più rispetto allo stesso mese del 2021. E’ importante a questo punto ricordare che rispetto all’ultimo anno prima della pandemia, il 2019, il calo è ben più consistente: -28,6%.
Spostando l’analisi ai soli mercati dell’Unione Europea il calo annuale aumenta al 4,6%, mentre il dato di dicembre si ferma a un +12,8% (quinto mese di crescita consecutiva). E’ dunque chiaro che la prima parte dell’anno appena passato è stata particolarmente complicata, mentre già in estate è cominciata la ripresa: ciò è dovuto principalmente alla maggiore disponibilità di componenti dopo il primo semestre 2022, e alla conseguente minore penuria nell’offerta di veicoli nuovi.
Nonostante l’inversione di tendenza i volumi complessivi, 9,3 milioni di auto, sono i più bassi registrati dal 1995 (9,2 milioni) ad oggi. A incidere sul computo finale sono state soprattutto le performance dei quattro principali mercati continentali: di questi solo la Germania è riuscita a chiudere in piccola crescita (+1,1%), mentre Francia e Spagna hanno chiuso rispettivamente a -7,8 e -5,4 per cento. Peggio tuttavia ha fatto l’Italia, con un decremento del 9,7%.
Un risultato influenzato alche dal diverso recepimento, da parte delle piazze principali, di veicoli elettrici e ibridi plug-in, secondo la nota diffusa dal Centro Studi Promotor: “In Germania ed anche nel Regno Unito ed in Francia il bilancio dell’annata ha beneficiato di una maggiore disponibilità (rispetto alle auto tradizionali) di auto elettriche ed ibride plug-in, che, assistite da incentivi efficaci, hanno ottenuto risultati molto interessanti. E questo ha consentito al mercato tedesco di crescere e a quello degli altri due paesi di contenere le perdite. Lo stesso fenomeno non si è verificato nel mercato italiano in cui la quota delle auto elettriche nel 2022 è addirittura scesa dal 4,6% del 2021 al 3,7% e ciò essenzialmente per effetto del fallimento della campagna di incentivi 2022 a favore dell’auto elettrica e delle auto ibride, campagna che infatti si è chiusa con un elevato volume di fondi inutilizzati”.
Per i mesi a venire il trend positivo a livello continentale dovrebbe continuare anche grazie a una sempre maggiore disponibilità di materie prime e componentistica, secondo il parere degli analisti. Anche se la carenza nelle forniture è ben lontana dall’essere risolta.