Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è la soluzione di tutto. Lo dimostrano i dati che riguardano la scuola italiana per la quale, soprattutto al Sud e nelle isole, pesano i ritardi negli interventi di messa in sicurezza degli edifici, efficientamento energetico e accesso ai servizi di base. Anche se dal 2017 al 2021, a livello nazionale, il 59,3% delle scuole ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, il 30,6% degli edifici ancora ne ha bisogno. Dato che sale al Sud (36,8%) e nelle Isole (53,8%). La XXII edizione di Ecosistema Scuola di Legambiente fa il punto sullo stato di salute, al 2021, di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – frequentati da oltre un milione di studenti. Il resto è cronaca. Nella notte dell’11 ottobre, in una scuola di Dello (Brescia) ha ceduto il controsoffitto nel corridoio, davanti all’ingresso di un’aula. Quasi cento chili di calcinacci sono venuti giù e solo la decisione del sindaco, Riccardo Canini, di far mappare tutta la scuola, ha consentito di capire che il problema era legato a un’infiltrazione e di intervenire con un intervento durato due mesi, evitando conseguenze disastrose. A novembre, alcuni pannelli del controsoffitto sono crollati alla scuola primaria Allende di San Mauro Torinese, nel laboratorio di tecnologia, al primo piano. A dicembre, al liceo scientifico Giolitti – Gandino di Bra (Cuneo), una parte di controsoffittatura si è staccata, crollando su uno studente. In questi giorni, per esempio, i casi di Anzio, dove un pezzo di intonaco è caduto all’interno di una delle classi della succursale di un liceo musicale e di Firenze, dove una tubatura rotta ha provocato il distaccamento di alcune porzioni di controsoffitto nella scuola primaria Marconi.
Dalle indagini sui solai agli interventi sismici, cosa manca – Dal 2017 al 2021 sono state eseguite verifiche dei solai solo nel 30,4% degli edifici, dato che scende nelle Isole al 18,8%. Gli interventi di messa in sicurezza, sempre a livello nazionale, hanno riguardato il 12% degli edifici. E nonostante quasi il 54% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni, tali lavori hanno interessato solo il 3% delle scuole. Nelle Isole le amministrazioni intervenute sono poco più del 27%, in particolare in Sicilia, dove sono presenti tutti i 389 edifici scolastici posti in zona sismica 1 e 2 delle Isole. Qui, negli ultimi 5 anni, sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico solo su due edifici, a Messina e a Catania.
I ritardi sull’efficientamento energetico: solo il 4% delle scuole in classe A – A pesare sono anche i ritardi sull’efficientamento energetico. Sebbene a livello nazionale l’81% delle amministrazioni abbia dichiarato di aver realizzato interventi, questi sono stati rivolti solo al 17% degli edifici, dato che sale al Nord a circa il 21% mentre nelle Isole riguarda appena il 5,8% delle scuole. Tra gli interventi realizzati: la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti, quindi lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. “Interventi importanti – sottolinea Legambiente – ma che spesso non hanno portato a dei passaggi da una classe energetica inferiore a una superiore”. Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G). Passi in avanti si registrano, invece, sulla presenza di impianti da energia rinnovabile nelle scuole: dal 2011 al 2021 gli edifici scolastici che li possiedono sono passati dal 12,4% al 21,8%. “Tuttavia – sottolinea l’associazione – se si continuasse con la stessa progressione ci vorrebbero almeno altri ottant’anni per avere tutte le scuole con rinnovabili”. È il Sud a fare da traino: il 29,4% gli edifici scolatici è dotato di impianti, superando quelli del Centro (22%), del Nord (20,6%) e delle Isole (17%).
Aumentano gli investimenti – Dati positivi arrivano dagli interventi previsti con gli speciali Fondi Covid per realizzare nuove aule, potenziare i trasporti e la rete internet. Oltre 540 aule realizzate nel 2021, il 62,5% dei comuni ha adottato misure specifiche per l’organizzazione del trasporto pubblico e il 69% dei comuni ha realizzato interventi per potenziare la rete internet per la DAD. In generale, nel 2021 aumentano gli investimenti in manutenzione straordinaria e ordinaria, soprattutto rispetto al 2019 (ultimo anno prima della pandemia), con maggiori stanziamenti e una maggiore spesa, ad eccezione dei comuni del Centro Italia che vedono una contrazione per entrambe le voci. Per la manutenzione straordinaria, a livello nazionale, si passa da quasi 28mila euro a edificio del 2019 a circa 34mila euro nel 2021; la spesa effettuata da 15mila a 20mila euro. Per la manutenzione ordinaria, invece, sono stanziati nel 2021 circa 10mila euro a edificio, con una capacità di spesa di 8,4mila euro a edificio (nel 2019 erano rispettivamente 7mila e 6,5mila). In particolare, cresce la spesa delle amministrazioni del Sud che passano da 2mila euro a edificio a 7mila euro.
Come cambia l’accesso ai servizi – Per quanto riguarda i servizi, nel 2021 è in crescita quello di scuolabus che passa da circa il 20% di scuole servite nel 2020 al 24% nel 2021 (al Sud si passa dal 15,3% al 31,7% e nelle Isole, dal 12% al 16,6%). Discorso diverso per le mense: se a livello nazionale sono presenti nel 75,3% delle scuole, al Nord le troviamo nell’89,8%, al Centro nel 76,8%, al Sud nel 56,2, nelle Isole solo nel 38,3%. Anche in risposta alla crisi economica, il 96,5% dei comuni garantisce l’accesso al servizio mensa alle famiglie a basso reddito: la percentuale di gratuità più alta rispetto ai beneficiari nelle Isole (27,4%) e al Sud (17,6%), mentre al Centro e al Nord rispettivamente al 10% rispetto ad una media nazionale del 12,2%. E, ancora, solo il 51,9% degli edifici scolastici è dotato di palestra, ma il 24,4% degli impianti necessita di interventi di riqualificazione urgenti.
L’appello di Legambiente – Di fronte a questo quadro, Legambiente lancia oggi un appello al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al Governo Meloni presentando un pacchetto di dieci proposte: interventi da realizzare in tempi brevi partendo dai territori più fragili e con gap infrastrutturale, per una scuola più sicura, inclusiva, innovativa e meno energivora. “Da qui ai prossimi anni – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – il grande nodo rimane la qualità diffusa delle scuole. I lievi miglioramenti registrati nel 2021 sono troppo lenti e rischiano, in assenza di interventi diffusi e rapidi, di non superare mai il cronico stato di emergenza”.