Il punto sulla situazione degli edifici scolastici emerge dalla XXII edizione di Ecosistema Scuola di Legambiente. Sebbene l’81% delle amministrazioni abbia dichiarato di aver realizzato interventi per migliorare l'efficientamento energetico, in realtà meno di un quinto delle strutture sono state interessate dai progetti. Che, in molti casi, non hanno portato al raggiungimento di una classe superiore
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è la soluzione di tutto. Lo dimostrano i dati che riguardano la scuola italiana per la quale, soprattutto al Sud e nelle isole, pesano i ritardi negli interventi di messa in sicurezza degli edifici, efficientamento energetico e accesso ai servizi di base. Anche se dal 2017 al 2021, a livello nazionale, il 59,3% delle scuole ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, il 30,6% degli edifici ancora ne ha bisogno. Dato che sale al Sud (36,8%) e nelle Isole (53,8%). La XXII edizione di Ecosistema Scuola di Legambiente fa il punto sullo stato di salute, al 2021, di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – frequentati da oltre un milione di studenti. Il resto è cronaca. Nella notte dell’11 ottobre, in una scuola di Dello (Brescia) ha ceduto il controsoffitto nel corridoio, davanti all’ingresso di un’aula. Quasi cento chili di calcinacci sono venuti giù e solo la decisione del sindaco, Riccardo Canini, di far mappare tutta la scuola, ha consentito di capire che il problema era legato a un’infiltrazione e di intervenire con un intervento durato due mesi, evitando conseguenze disastrose. A novembre, alcuni pannelli del controsoffitto sono crollati alla scuola primaria Allende di San Mauro Torinese, nel laboratorio di tecnologia, al primo piano. A dicembre, al liceo scientifico Giolitti – Gandino di Bra (Cuneo), una parte di controsoffittatura si è staccata, crollando su uno studente. In questi giorni, per esempio, i casi di Anzio, dove un pezzo di intonaco è caduto all’interno di una delle classi della succursale di un liceo musicale e di Firenze, dove una tubatura rotta ha provocato il distaccamento di alcune porzioni di controsoffitto nella scuola primaria Marconi.
Dalle indagini sui solai agli interventi sismici, cosa manca – Dal 2017 al 2021 sono state eseguite verifiche dei solai solo nel 30,4% degli edifici, dato che scende nelle Isole al 18,8%. Gli interventi di messa in sicurezza, sempre a livello nazionale, hanno riguardato il 12% degli edifici. E nonostante quasi il 54% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni, tali lavori hanno interessato solo il 3% delle scuole. Nelle Isole le amministrazioni intervenute sono poco più del 27%, in particolare in Sicilia, dove sono presenti tutti i 389 edifici scolastici posti in zona sismica 1 e 2 delle Isole. Qui, negli ultimi 5 anni, sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico solo su due edifici, a Messina e a Catania.
I ritardi sull’efficientamento energetico: solo il 4% delle scuole in classe A – A pesare sono anche i ritardi sull’efficientamento energetico. Sebbene a livello nazionale l’81% delle amministrazioni abbia dichiarato di aver realizzato interventi, questi sono stati rivolti solo al 17% degli edifici, dato che sale al Nord a circa il 21% mentre nelle Isole riguarda appena il 5,8% delle scuole. Tra gli interventi realizzati: la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti, quindi lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. “Interventi importanti – sottolinea Legambiente – ma che spesso non hanno portato a dei passaggi da una classe energetica inferiore a una superiore”. Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G). Passi in avanti si registrano, invece, sulla presenza di impianti da energia rinnovabile nelle scuole: dal 2011 al 2021 gli edifici scolastici che li possiedono sono passati dal 12,4% al 21,8%. “Tuttavia – sottolinea l’associazione – se si continuasse con la stessa progressione ci vorrebbero almeno altri ottant’anni per avere tutte le scuole con rinnovabili”. È il Sud a fare da traino: il 29,4% gli edifici scolatici è dotato di impianti, superando quelli del Centro (22%), del Nord (20,6%) e delle Isole (17%).
Aumentano gli investimenti – Dati positivi arrivano dagli interventi previsti con gli speciali Fondi Covid per realizzare nuove aule, potenziare i trasporti e la rete internet. Oltre 540 aule realizzate nel 2021, il 62,5% dei comuni ha adottato misure specifiche per l’organizzazione del trasporto pubblico e il 69% dei comuni ha realizzato interventi per potenziare la rete internet per la DAD. In generale, nel 2021 aumentano gli investimenti in manutenzione straordinaria e ordinaria, soprattutto rispetto al 2019 (ultimo anno prima della pandemia), con maggiori stanziamenti e una maggiore spesa, ad eccezione dei comuni del Centro Italia che vedono una contrazione per entrambe le voci. Per la manutenzione straordinaria, a livello nazionale, si passa da quasi 28mila euro a edificio del 2019 a circa 34mila euro nel 2021; la spesa effettuata da 15mila a 20mila euro. Per la manutenzione ordinaria, invece, sono stanziati nel 2021 circa 10mila euro a edificio, con una capacità di spesa di 8,4mila euro a edificio (nel 2019 erano rispettivamente 7mila e 6,5mila). In particolare, cresce la spesa delle amministrazioni del Sud che passano da 2mila euro a edificio a 7mila euro.
Come cambia l’accesso ai servizi – Per quanto riguarda i servizi, nel 2021 è in crescita quello di scuolabus che passa da circa il 20% di scuole servite nel 2020 al 24% nel 2021 (al Sud si passa dal 15,3% al 31,7% e nelle Isole, dal 12% al 16,6%). Discorso diverso per le mense: se a livello nazionale sono presenti nel 75,3% delle scuole, al Nord le troviamo nell’89,8%, al Centro nel 76,8%, al Sud nel 56,2, nelle Isole solo nel 38,3%. Anche in risposta alla crisi economica, il 96,5% dei comuni garantisce l’accesso al servizio mensa alle famiglie a basso reddito: la percentuale di gratuità più alta rispetto ai beneficiari nelle Isole (27,4%) e al Sud (17,6%), mentre al Centro e al Nord rispettivamente al 10% rispetto ad una media nazionale del 12,2%. E, ancora, solo il 51,9% degli edifici scolastici è dotato di palestra, ma il 24,4% degli impianti necessita di interventi di riqualificazione urgenti.
L’appello di Legambiente – Di fronte a questo quadro, Legambiente lancia oggi un appello al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al Governo Meloni presentando un pacchetto di dieci proposte: interventi da realizzare in tempi brevi partendo dai territori più fragili e con gap infrastrutturale, per una scuola più sicura, inclusiva, innovativa e meno energivora. “Da qui ai prossimi anni – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – il grande nodo rimane la qualità diffusa delle scuole. I lievi miglioramenti registrati nel 2021 sono troppo lenti e rischiano, in assenza di interventi diffusi e rapidi, di non superare mai il cronico stato di emergenza”.