Il programma è partito nel 2013 e sinora le donazioni sono state pari a 500 milioni di dollari. Ma alla fine, spiega Amazon, la media per ente di beneficenza è di soli 230 dollari. Gli enti idonei a ricevere il denaro sono infatti più di un milione in tutto il mondo
I profitti non sono più quelli strepitosi di una volta. I primi 9 mesi del 2022 si sono anzi chiusi in rosso. E così, nell’ambito di un ampio piano di ripensamento dei costi, Amazon decide di chiudere anche il suo programma di beneficenza “Smile”. È un sistema per cui se un cliente Amazon decide di fare una donazione a uno degli enti inclusi nella lista del programma, la società contribuisce versando lo 0,5% del valore di quanto acquistato. Le organizzazioni incluse nel programma vanno dai gruppi per la tutela dell’ambiente ad enti religiosi e difesa dei diritti umani o del diritto alle cure mediche. L’iniziativa Smile, annuncia la società, terminerà entro il 20 febbraio prossimo. Nella dichiarazione che accompagna l’annuncio Amazon spiega che “il programma non è riuscito a creare l’impatto che avevamo originariamente sperato”. Il programma è partito nel 2013 e sinora le donazioni sono state pari a 500 milioni di dollari. Ma alla fine, spiega Amazon, la media per ente di beneficenza è di soli 230 dollari. Gli enti idonei a ricevere il denaro sono infatti più di un milione in tutto il mondo. L’ipotesi di aumentare gli stanziamenti non viene presa in considerazione dalla società.
Gli enti di beneficenza iscritti al programma riceveranno una donazione una tantum “equivalente a tre mesi di quanto guadagnato nel 2022”, ha affermato Amazon e poi addio. Amazon ha affermato, in modo piuttosto generico, che continuerà a “perseguire e investire in altre aree in cui possiamo apportare cambiamenti significativi”, citando raccolte fondi in caso di disastri naturali e associazione chi si occupano di fornire alloggi a prezzi accessibili. Il gruppo ha da poco annunciato il licenziamento di 18mila persone su una forza lavoro di oltre un milioni di addetti. L’organico era cresciuto molto durante le fasi più acute della pandemia quando i lockdown hanno spinto molte più persone a ricorrere agli acquisti on line. Grazie a tecniche di “ottimizzazione fiscale” nel 2021 Amazon è riuscita a pagare negli Stati Uniti solo 2 miliardi di dollari in tasse a fronte di profitti per oltre 35 miliardi, un’aliquota effettiva del 6%.