Il costruttore del gruppo Renault continua a macinare successi commerciali, figli di una strategia che punta tutto sul value for money. Il un mercato continentale in calo del 4,1%, il marchio franco-rumeno è in netta controtendenza: +6,8%. Il direttore marketing e vendite Martinet: "Puntiamo ad ampliare la nostra presenza nel segmento C-Suv"
L’espansione di Dacia non sarà geografica: “Puntiamo ad ampliare la nostra presenza nel segmento C-Suv”, precisa Xavier Martinet, il manager con trascorsi in Italia promosso a direttore marketing e vendite del marchio rumeno del gruppo Renault. Sarà un’avanzata con prodotti nuovi, ma lo sarà anche in termini di prezzi.
Malgrado abbia abbandonato la definizione di “low cost”, Martinet insiste sul concetto di “value for money” e anticipa che i listini della classe dei suv di segmento C subiranno incrementi significativi soprattutto per effetto dell’entrata in vigore delle norme anti inquinamento Euro 7 che Dacia cercherà di “calmierare”. Ma è fuori dubbio che la marginalità del segmento è superiore rispetto al B ed è per questo che è in corso la “contaminazione”, esattamente come sta facendo la casa madre, Renault. Gli stessi clienti sono peraltro più esigenti: oltre il 70% sceglie le versioni meglio equipaggiate.
“Nel 2022, l’aumento dei volumi e la quota di mercato record di Dacia in Europa confermano l’interesse della nostra strategia basata sull’essenziale e sulla corrispondenza dei prodotti all’utilizzo dei clienti”, aggiunge Martinet.
In un mercato di riferimento in flessione del 5,5%, i volumi di Dacia sono cresciuti del 6,8% a quasi 574.000 immatricolazioni. I livelli pre-pandemia sono ancora lontani: il record raggiunto nel 219 era di 735.000 unità. I numeri del 2022 sono simili a quelli del 2017, ma confermano il trend positivo del biennio e anche la nuova percezione del marchio.
In Germania, il mercato premium per eccellenza, Dacia è cresciuta di quasi il 50% fino a superare le 60.000 registrazioni e raggiungere il sesto posto per vendite a privati. In Italia (67.300) ha aumentano i volumi del 9,2% rispetto ad un mercato in flessione del 9,7% con una penetrazione passata dal 4,2 al 5,1%. Considerando solo i privati, Dacia è quarta (quinta un anno fa) con una quota dell’8,3%, in aumento di 2 punti rispetto al 2021.
La strategia del marchio è sempre stata quella di evitare di dover trattare sui listini con i grandi buyer aziendali ai quali ha preferito il dialogo diretto con i privati ai quali vuole continuare a offrire “l’essenziale con il miglior rapporto prestazioni/prezzo”.
La “visione” ha pagato: dal 2017 in poi la Sandero è l’auto più venduta attraverso il canale privati (+1,2%, 229.500 unità) e che il suv Duster (+5,8%, 197.100) l’ha raggiunta sul podio, direttamente al secondo posto. È importante anche il successo della Dacia Spring, l’elettrica “popolare” il cui listino parte comunque da 21.450 euro (incentivi esclusi), risultata la terza auto a zero emissioni più venduta alle famiglie con una crescita dei volumi del 75% a quasi 49.000 unità. Finora offerta solo con il motore da 45 Cv, adesso diventa disponibile anche con l’unità da 65.
L’altra grande novità è l’arrivo della prima ibrida di Dacia, la Jogger 140, che il Fatto Quotidiano proverà a metà febbraio in Portogallo e con la quale il costruttore amplia l’offerta elettrificata per soddisfare le esigenze di clienti di un certo tipo cui non basa l’opzione a Gpl. Lo scorso anno, le alimentazioni termiche sono già valse 56.800 immatricolazioni.