In un'intervista a Luca Telese per il settimanale Tpi, Alessandro Rocca smentisce quanto dichiarato dal candidato governatore di destra sulla questione della tossicodipendenza: "Se ti candidi a governare la cosa pubblica devi essere onesto, prima di tutto con te stesso"
Alessandro Rocca ha 55 anni, due in meno di suo fratello Francesco, presidente della Croce Rossa e attuale candidato governatore del centrodestra alle elezioni regionali del Lazio. Un suo post su Facebook ha acceso la campagna elettorale: ha criticato aspramente l’intervista rilasciata dal fratello maggiore a La Stampa, specie nel passaggio in cui ha raccontato il suo passato nel mondo della tossicodipendenza e la condanna per spaccio di eroina. In pratica, Francesco Rocca ha parlato di quella caduta come di un momento di difficoltà dovuto al dolore per la scomparsa della madre. Una ricostruzione che ad Alessandro non è andata per nulla giù, come testimoniato dal post su Facebook e soprattutto come si legge nella lunga intervista rilasciata a Luca Telese per il settimanale Tpi in edicola dal 20 gennaio. Parole che descrivono una verità molto diversa. “Francesco non si è mai drogato. E quindi non è vero che è finito a spacciare perché si trovava in un momento di debolezza”. E che momento viveva Francesco Rocca? “Faceva il bagnino, guadagnava già dei soldi, era carismatico, militava in una organizzazione politica. Era allora, come oggi, una persona strutturata e perfettamente consapevole di quel che faceva”.
E come ha iniziato a spacciare? Il ricordo di Alessandro Rocca è limpido: “Gli è accaduto un giorno, parlando con dei ragazzi in piscina. Loro glielo hanno proposto lui ha accettato, fine. La malattia di mia madre non c’entra a nulla. Era una sua fragilità, ma di altro tipo: per debolezza e per avidità“. Accusa pesante, rinvigorita anche da un altro particolare: il racconto del giorno in cui morì la madre dei due, come anticipato da Alessandro Rocca nel suo post su Facebook. “Per me è un ricordo traumatico. Una ferita che mi sono tenuto dentro per una vita” ha detto a Tpi, prima di raccontare per filo e per segno cosa accadde in quelle ore. “Il cadavere di mamma era ancora caldo. Francesco mi disse: ‘Vieni con me?’ Volevo stare con lui, condividere quei momenti con l’unica persona che soffriva come me per quel lutto” ha spiegato il fratello del candidato governatore del centrodestra, che poi ha continuato nella descrizione di cosa accadde quel giorno a Ostia, dove vivevano entrambi con la famiglia. “Andammo davanti ad un locale, il Gp – oggi non esiste più-, dove c’erano gli spacciatori”. Perché? “Perché lui doveva organizzarsi con loro, per decidere il giro dell’eroina“. Poi un altro particolare: “Persino lo spacciatore ci rimase. E disse: ‘Ma come, t’è morta tua madre e tu stai qui? Ma potevi pure venì domani!’ Mi guardò, e mi disse: ‘Sto povero ragazzo … ‘. Aveva una catenina d’oro in tasca, la aprì, e me la appese al collo. Forse era il suo modo di dimostrarmi la pietà. lo ero completamente in tilt, come un ubriaco. Restai muto. Scoprirò, solo più tardi, e in modo drammatico, che eravamo sorvegliati“.
Alla domanda sul perché non avesse raccontato prima di ora questa storia, Alessandro Rocca ha sottolineato che ha deciso di parlare solo ora – e nonostante il rischio di danneggiare la candidatura del fratello – perché “è stato lui in questi giorni a fare una ricostruzione di quei fatti, e perché mi aspettavo un segnale preciso”. Quale? “Gli chiedevo una dichiarazione pubblica in cui ritrattasse le cose non vere, e per me gravi, che ha detto in un’intervista apparsa su La Stampa poco prima di Natale”. Il riferimento è al legame tra la questione droga e la morte della loro madre. Il motivo? “Per un dovere di onestà personale rispetto alla nostra storia privata, sulla
memoria di chi non c’è più, in primo luogo. E poi per un gesto di pubblica chiarezza: se ti candidi a governare la cosa pubblica devi essere onesto, prima di tutto con te stesso”.