Politica

Concessioni balneari, Fratelli d’Italia prova a estenderle con un emendamento al decreto Milleproroghe

Il partito di Giorgia Meloni vuole cancellare il termine del 31 dicembre 2023 fissato dal Consiglio di Stato attraverso un emendamento - tra i "segnalati" dal governo - a prima firma Mennuni. L'efficacia delle attuali licenze varrebbe fino al varo della riforma complessiva del settore. Pd e Più Europa: "Ridicolo balletto di maggioranza. Governo corporativo e anti mercato"

Fratelli d’Italia rilancia sulle concessioni balneare. Il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe, vuole eliminare eliminare il termine del 31 dicembre 2023 estendendo l’efficacia delle attuali licenze fino al varo della riforma complessiva del settore. Dieci giorni fa anche il senatore forzista Maurizio Gasparri aveva depositato una proposta che prevedeva il rinvio delle gare di due anni. In barba al Consiglio di Stato, che nel novembre 2021 ha bocciato la proroga fino al 2034 concessa quattro anni fa, e alla legge sulla concorrenza che è tra l’altro uno degli obiettivi del Recovery plan.

L’emendamento a prima firma di Lavinia Mennuni – che a quanto si apprende dovrebbe essere tra i segnalati del partito – mira a cancellare l’attuale termine in base al quale dal 1° gennaio 2024 le concessioni non avranno più efficacia e sarà necessario fare le gare, che per le spiagge andranno concluse entro il dicembre 2023 salvo i casi in cui c’è un contenzioso o “difficoltà oggettive” e i cui vincitori dovranno versare canoni che finalmente “tengano conto del pregio naturale e dell’effettiva redditività delle aree”. Stando all’emendamento “continuano ad avere efficacia fino all’approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina”.

Non solo. L’emendamento introduce un articolo sulla “cessazione di efficacia dei termini delle proroghe stabilite per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio di attività turistico-ricreative e sportive nonché dei rapporti di gestione relativi ad attività con finalità turistico-ricreative e sportive”. Al momento, le concessioni demaniali e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive, in essere sulla base di proroghe o rinnovi, “continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023, se in essere alla data di entrata in vigore della legge (sulla concorrenza, ndr) sulla base di proroghe o rinnovi”.

Il rilancio di Fdi ha provocato la reazione delle opposizioni. Per il Pd si tratta della “ennesima presa in giro della destra” che prosegue “il ridicolo e preoccupante balletto di maggioranza e governo” sul tema. “Vogliamo sapere se il contenuto di quell’emendamento corrisponde alla linea del governo”, dichiarano il vice capogruppo alla Camera Piero De Luca e il deputato Andrea Gnassi. “Sarebbe assurdo – spiegano – continuare con l’ennesima proroga che lascia nell’incertezza comuni e operatori del settore che si troverebbero ancora nell’impossibilità di programmare investimenti, riqualificazione e certezza sul lavoro”. Per Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa, il governo si dimostra “corporativo e anti mercato” andando “contro la normativa europea e gli impegni assunti” e, allo stesso tempo, la proroga “danneggia il contribuente”.