“Secondo Nordio l’Italia non è fatta solo di pm antimafia e il Parlamento non può essere supino alle loro affermazioni? Non sono assolutamente d’accordo col pericolo che prospetta il ministro Nordio. Dico invece che troppe volte non si è nemmeno voluto ascoltare il parere, il pensiero e l’allarme dei pm antimafia“. Così, ai microfoni di Giletti 102.5, su Rtl 102.5, il magistrato Nino Di Matteo, membro del Csm e già sostituto procuratore a Palermo e Caltanissetta, commenta le parole pronunciate alla Camera dal ministro della Giustizia Carlo Nordio,. E aggiunge: “Molto spesso, come è accaduto con la riforma Cartabia, non sono stati ascoltati gli allarmi dei pm antimafia sulle conseguenze che certe riforme avrebbero avuto sul sistema complessivo della repressione della mafia. E oggi tutti si stanno accorgendo di come alcune parti di quella riforma fossero assolutamente dannosi anche per la lotta alla mafia”.
Il magistrato si sofferma sull’arresto di Matteo Messina Denaro: ” Chi conosce la storia della mafia sa che non si possono trarre conclusioni affrettate. Non si può affermare con certezza che la stagione delle stragi sia definitivamente tramontata. Cosa Nostra è stata in grado di cambiare le proprie strategie in base alle contingenze politiche e sociali del paese. Ritengo che – continua – in questi giorni taluni abbiano adottato toni così trionfalistici e così definitivi da risultare pericolosi. Sento dire che è la fine di una Cosa Nostra violenta nei confronti dello Stato e delle istituzioni, ma io non sarei così sicuro perché, ripeto, la storia della mafia ci insegna che loro hanno fatto ricorso a strategie diverse a seconda delle contingenze e degli interessi”.
Circa le conseguenze dell’arresto del boss mafioso, Di Matteo osserva: “Cosa succederà adesso? Verranno svolte le indagini per verificare quello che succederà nel mondo di Cosa Nostra, ma in generale nel mondo di tutte le mafie, perché questo arresto può destabilizzare l’assetto attuale di tutte le mafie italiane. Vedremo cosa succederà. Le mafie non sono state definitivamente vinte quando è stato arrestato Riina e sono rimaste vive e vegete dopo l’arresto di Provenzano. Tuttora sono pericolosamente forti soprattutto perché nel frattempo – conclude – hanno acquisito una maggiore capacità di infiltrare l’economia e l’imprenditoria. Speriamo che le indagini possano arrivare a determinati risultati , perché l’eventuale possesso di documenti importanti in capo a un uomo d’onore del calibro di Matteo Messina Denaro costituirebbe sempre una possibilità di pressione e di ricatto nei confronti dello Stato. E uno Stato serio non può accettare, né sopportare la pressione, il ricatto, la minaccia implicita, che sono sempre stati la forza della mafia”.