Mentre a Roma si limavano le virgole di una finanziaria senza sconti, il governo si dava al “luxury real estate“ dall’altra parte del mondo, acquistando la “Emily Trevor Mansion”: una villa storica di altissimo pregio nel cuore Manhattan da adibire a residenza dell’ambasciatore all’Onu Maurizio Massari, che Luigi Di Maio nominò rappresentante permanente dell’Italia al palazzo di vetro. Dai pubblici registri che ilfattoquotidiano.it ha consultato, il contratto è stato firmato durante la settimana del Ringraziamento (a fine novembre 2022) e perfezionato a pochi giorni dalla fine dell’anno. L’affare è subito schizzato in cima alla classifica periodica sulle compravendite di lusso a New York City, primo su 166 contratti. Il Ministero conferma l’operazione senza fornire dettagli, spiega però che la precedente sede del capo missione, che si trova al 16 della 76esima strada, risultava vetusta e “inadeguata alle esigenze di rappresentanza istituzionale” per via degli “spazi angusti”, ed era anche gravata da problemi di conservazione e sicurezza che ne rendono onerosa la ristrutturazione. Ragion per cui si è preferito acquistare subito la nuova e mettere in vendita la vecchia, che tanto male non doveva essere, visto il valore stimato in 19 milioni di dollari. Ma nell’attesa che questo accada, però le residenze sul gobbo del bilancio dello Stato sono diventate due con relativi costi: solo di spese la residenza storica costa 137mila euro l’anno, più di 11mila euro al mese. L’ambasciatore Massari, contattato dal Fatto.it non commenta