Si fa sempre più insistente il pressing di Kiev sulla richiesta di invio di carri armati indirizzata ai Paesi della Nato, che ha evidenziato quanto siano necessari. E mentre la Germania attende che siano gli Stati Uniti a fare il primo passo con l’invio degli Abrams, Estonia, Regno Unito, Polonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Slovacchia hanno emesso un comunicato congiunto – il patto di Tallinn – in cui si impegnano “a perseguire collettivamente la consegna di una serie di donazioni senza precedenti, tra cui carri armati, artiglieria pesante, difesa aerea, munizioni e veicoli da combattimento di fanteria” a favore dell’Ucraina. E oggi a Ramstein, in Germania, dove si svolgerà il vertice dei ministri della Difesa alleati, i nove Paesi solleciteranno “gli altri alleati e partner a seguire l’esempio e a contribuire con propri pacchetti di sostegno pianificati il prima possibile”. Alte le aspettative del presidente ucraino Zelensky rispetto alla riunione del gruppo di contatto nella base militare tedesca. “Ci aspettiamo decisioni forti. E ci aspettiamo un potente pacchetto di supporto militare dagli Stati Uniti“, ha detto, mentre dagli Usa è già arrivata ala conferma del via libera a 2,5 miliardi di aiuti militari per Kiev. E ringrazia uno per uno i Paesi che nell’ultima giornata hanno già dato assicurato aiuti militari. “Grazie all’Estonia per il prossimo e più grande pacchetto di aiuti armati da questo paese. Per obici e munizioni. Grazie alla Svezia per il nuovo pacchetto militare. Il secondo Nlaw, Archer e Bmp. Grazie alla Danimarca per aver deciso Caesar per i nostri soldati, rafforzerà seriamente il nostro esercito. Grazie alla Lituania per il nuovo pacchetto militare. Per cannoni antiaerei, munizioni e aeromobili ad ala rotante”.

Incontro tra Zelensky e il capo della Cia – Intanto restano stretti i contatti tra Kiev e Washington. Secondo il Washington Post, il direttore della Cia, William J. Burns si è recato in segreto nella capitale ucraina alla fine della scorsa settimana per comunicare a Zelensky le proprie previsioni riguardo al conflitto e ai piani militari russi per le prossime settimane e mesi. La cosa più importante per il presidente ucraino e gli alti funzionari dell’intelligence ucraina che hanno preso parte all’incontro, si legge sul quotidiano americano, era capire per quanto tempo l’Ucraina potesse aspettarsi un continuo aiuto degli Stati Uniti, dove i Repubblicani hanno ripreso il controllo della Camera dei Rappresentanti e a fronte di un calo di consensi sugli aiuti all’Ucraina in alcuni settori dell’elettorato, informa il quotidiano, citando le fonti consultate.

“Il direttore Burns si è recato a Kiev dove ha incontrato i colleghi dell’intelligence ucraina e il presidente Zelensky e ha ribadito il nostro continuo sostegno all’Ucraina nella sua difesa contro l’aggressione russa”, ha dichiarato un funzionario statunitense. Burns è una figura rispettata nella cerchia di Zelensky anche in virtù dell’avvertimento lanciato nel gennaio scorso, quando annunciò che le forze russe avrebbero cercato di catturare l’aeroporto Antonov, a nordovest della capitale ucraina, nelle fasi iniziali dell’invasione. Il suo messaggio, consegnato di persona, era basato su una valutazione dell’intelligence statunitense e si ritiene che abbia aiutato l’Ucraina a prepararsi a difendere l’aeroporto, privando così la Russia di un punto d’appoggio necessario per la cattura di Kiev. La visione scettica di Burns quanto alla disponibilità della Russia a negoziare lo ha fatto inoltre particolarmente apprezzare dagli assistenti di Zelensky, irritati dai suggerimenti sulla necessità per Kiev di prendere in considerazione i colloqui con i russi per porre fine al conflitto. “La maggior parte dei conflitti finisce con i negoziati, ma ciò richiede una serietà da parte dei russi che in questo caso non credo si veda”, ha dichiarato Burns il mese scorso. “Almeno, non valutiamo i russi seri a questo punto riguardo ad un vero negoziato”. Un portavoce della Cia si è rifiutato di specificare ciò che Burns ha riferito a Zelensky sulla pianificazione militare russa, scrive il quotidiano statunitense. Ma secondo il New York Times, Washington non avrebbe più nessuna remora a incentivare gli attacchi ucraini alle basi militari russe in Crimea, anche con armi americane. Un cambio di strategia che non è funzionale alla riconquista della Crimea, bensì a incentivare Putin a futuri negoziati davanti all’ipotesi di perdere la penisola.

Gli Stati Uniti sanzionano il Gruppo Wagner – Il tesoro Usa designerà come organizzazione criminale transnazionale la società militare privata russa Wagner che sta aiutando l’esercito russo nella guerra in Ucraina, come riferito da una fonte dell’amministrazione Usa che ha anche preannunciato ulteriori sanzioni la prossima settimana contro la compagnia di mercenari e il suo network di sostegno in vari continenti. La conferma è arrivata poco dopo dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, che ha aggiunto: “Vladimir Putin si rivolge sempre di più al gruppo Wagner in Ucraina, dove ha dispiegato 50mila persone“.

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