Una bella scoperta, narrata sin dagli antichi Greci. Spiagge esotiche, mare d’incanto ed entroterra profumato dalle piantagioni di chiodi di garofano che ammantano, stuzzicando le narici. Architetture arabeggianti, case indiane e statue in bronzo di impavidi europei, solidi portoni in legno scolpito lungo le strade della Capitale, crocevia di culture da tempo immemore.
Gli Elleni la chiamavano “Menouthias”, lo testimonia il “Periplo del mare Eritreo”, testo che risale al 60 d.C., redatto dai geografi, utile ai marinai di trireme e ai sognatori di nuovi mondi che fiutavano l’avventura oltre l’orizzonte conosciuto. La scoperta di Zanzibar, detta altresì Unguja, fu una rivelazione anche per gli occhi mediterranei, abituati alla bellezza del mare nostrum, che qui scoprirono il fascino delle atmosfere esotiche e della natura tropicale. A partire dall’VIII secolo, approdarono sull’isola i mercanti persiani, seguirono gli Arabi che la trasformarono in uno stato commerciale, dando avvio a solidi legami con India e Sud-est asiatico da cui importarono numerose specie arboree come la Syzygium aromaticum, originaria dell’Indonesia, la pianta dei chiodi di garofano che tutt’oggi caratterizza l’isola. Così vaniglia, cardamomo, pepe nero, cannella, noce moscata, frutto dell’albero del pane, jackfruit e citronella la rendono “l’isola delle spezie”, nonché una delle più profumate al mondo. Zanzibar è anche una terra di incontro tra la ricchezza della natura e le tradizioni locali, raccontate anche in musica con le melodie Taarab, orchestrate da voce e strumenti tipici come il Kanun, simile ad una cetra, il Nay, il flauto arabo, violini, per un tocco europeo, e tamburi, per un omaggio ai ritmi allegri dell’Africa.
Oggigiorno Zanzibar è nota per l’incredibile vivacità culturale, ma anche per essere un viaggio nei sapori e nei profumi, un tour delle spezie (veri e propri itinerari dedicati a scoprire, conoscere e assaggiare le varietà prodotte nell’isola), e per i paesaggi che incantano. Unguja è una gemma della Tanzania, per la coloratissima barriera corallina, la selvaggia Jozani Natural Forest, a sud-est della Capitale Zanzibar Town, e le spiagge da cartolina che la rendono famosa nel mondo, alcune considerate tra le più belle del pianeta, come il litorale di Nungwi dove spunta l’Alpiblu Sandies Baobab, un soggiorno perfetto per vivere una vacanza autentica, ispirata alla natura. La struttura Alpitour prende il nome dai maestosi baobab che svettano nel giardino, all’interno del quale sono disseminati i bellissimi bungalow, realizzati in tipico stile locale e perfettamente inseriti in questo Eden dagli aromi che stuzzicano i sensi.
Nonostante il mare sia un’attrazione irresistibile, il consiglio è dedicare almeno una giornata alla Capitale Zanzibar Town, che racchiude il quartiere storico di Stone Town, situato nella parte ovest. Qui il passato si racconta ed emerge tutto il fascino della cultura multietnica, tra un dedalo di vicoletti dove si perdono l’orientamento e il senso del tempo. La giornata vola in questo labirinto, con la costante sensazione di attraversare le epoche e i luoghi: architetture persiane, stile arabo, gusto indiano, vezzi europei e antiche glorie dalle intuibili coordinate, elementi eterogenei che lo rendono un luogo unico. Tra gli edifici di pietra corallina del lungomare svetta l’iconico Beit el-Ajaib, noto come la “Casa delle meraviglie”, un luogo di fondamentale importanza nella storia di Zanzibar poiché, oltre a essere la più grande struttura architettonica della località africana, è il primo edificio dell’isola ad essere stato dotato di energia elettrica. Da non perdere i monumentali portoni scolpiti, memori degli antichi fasti, infissi tipici delle architetture dell’Africa orientale, qui davvero strabilianti. Dalle polveri della storia a quelle delle spezie del fornitissimo Darajani Market, il mercato principale della città e di tutta l’isola. Una babilonia commerciale che si espande anche nelle viette circostanti, un ginepraio di bancarelle dove svettano pinnacoli di cannella, pepe, anice, cardamomo, ma anche un’infinità di banchetti e negozi con prodotti artigianali, generi alimentari e articoli di ogni genere. Un turbinio di suoni, profumi e colori, da non perdere la zona di Kanga St, nota per la vendita di pregiati tessuti.
Le spiagge di Zanzibar sono bellissime, idilliache nella parte settentrionale dell’isola, immerse nell’acqua cristallina ma soprattutto meno soggette alle maree. Questo affascinante fenomeno, che è una delle particolarità uniche ed endemiche di Zanzibar, rende il livello del mare in costante mutamento durante il corso della giornata. Le spiagge di Nungwi, dove si trova l’Alpiblu Sandies Baobab, sono situate proprio all’estremità della punta nord dell’isola, vegliata dal faro che svetta sul capo di Ras Nungwi, re ciclope che troneggia sull’omonima località, un tempo nota per la fabbricazione dei dhow, le tipiche imbarcazioni a vela. L’area è piuttosto estesa, più tranquilla lungo il versante orientale, più animata sul lato ovest del capo, dove fervono attività sportive e acquatiche di ogni genere, dallo snorkeling al diving, dal classico windsurf al parasailing che regala una vista straordinaria da una decina di metri di altezza a chi non soffre di vertigini. Da non perdere la riserva faunistica Nungwi Mnarani Aquarium e la laguna, un’area protetta istituita nel 1993 per la conservazione delle tartarughe marine, situata nella parte più settentrionale, proprio sulla punta dell’isola. Un’occasione preziosa per conoscere gli equilibri della vita marina e delle longeve protagoniste.
Ben attrezzato ed altrettanto incantevole il litorale di Kendwa, appena più a sud-ovest di Nungwi. Qui si svolge un inno ancestrale, ma in chiave moderna: il “Full moon party”, la tradizionale festa della luna piena che attrae migliaia di persone a ballare sulla spiaggia, una “marea” umana a ritmo di musica. Dopo il relax in spiaggia, le attività sportive e le danze in omaggio al nostro amato satellite, consigliatissime le gite da svolgere in giornata verso le perle che costellano le acque di Zanzibar: tra le escursioni più belle, l’isola di Tumbatu, la terza più grande dell’arcipelago, situata a breve distanza da Kendwa e da Nungwi, raggiungibile a bordo di una mini crociera oppure in dhow, veleggiando sino alle coste di questo paradiso tropicale come un tempo, orientandosi con i venti, il sole e le stelle.