Sono settimane che in Perù la tensione è altissima. Sono state diverse le manifestazioni e i momenti di violenza – in cui si sono registrati morti e feriti – per chiedere le dimissioni della presidente Dina Boluarte, che ha preso in mano le redini del Paese dopo l’estromissione del suo predecessore Pedro Castillo. il tratto della linea ferroviaria di collegamento alla città perduta degli Inca di Machu Picchu è stato interrotto proprio dai manifestanti che hanno occupato i binari, nell’ambito delle proteste contro il governo. Tra i 300 turisti bloccati a Machu Picchu, la città perduta degli Inca chiusa a causa dell’interruzione del trasporto ferroviario ci sono anche i turisti italiani che avevano passato la notte nel sito dopo aver visitato la cittadella e che sono in contatto con le autorità italiane.
Nel corso del mese e mezzo di proteste che hanno avvolto il Perù in una forte tensione, la regione di Cusco e in particolare la zona di Machu Picchu, conosciuta nel mondo, è stata al centro di proteste, con ripetute interruzioni dei collegamenti ferroviari verso la cittadella. Già il 14 dicembre scorso, centinaia di turisti erano stati bloccati nella regione dai blocchi stradali organizzati dai manifestanti, fra cui quattro ragazze italiane che, grazie all’intervento dell’ambasciata d’Italia sono prima state portate in una locanda e poi trasferite all’aeroporto internazionale di Cusco. Per quanto riguarda i disagi odierni, si è appreso che il gruppo ha pernottato in un albergo ed ora è in contatto con la Farnesina in attesa che le squadre di operai della concessionaria Ferrocarril Transandino riparino i binari danneggiati nella tratta Urubamba-Ollantaytambo-Machu Picchu. Fra i turisti italiani bloccati ci sarebbero due o tre persone che lavorano nel settore dei media.