di Thomas Zanelli
Provo estrema simpatia nei confronti di DAZN, nei momenti più ilari della mia giornata. Simpatia mescolata ad empatia, dato che le scuse che utilizza il network per giustificare l’assenza di segnale sono molto simili alle mie quando devo giustificarmi davanti alla prof di matematica, mentre sventola la mia verifica con un un bel 3 segnato in rosso.
Il caso DAZN è perfetto per rappresentare l’attuale situazione dell’industria calcistica, dove l’importanza non è data dall’interesse verso la valorizzazione del prodotto calcio, ma dallo spolpare fin che si può il business guardando solo il lato economico. Sacrosanto diritto, per l’amor di Dio. Poi però non lamentiamoci se in Europa e nel mondo sentiamo dire “Eh vabbè, la Premier è tutta un’altra cosa…”.
Dall’analisi perfetta fatta dal Fatto in tempi ancora non sospetti, era chiaro che DAZN non fosse il broadcaster migliore a cui affidare il massimo campionato italiano, almeno non con un atto di esclusività. Tutti ricordiamo delle perenni rotelle di streaming (rotelle giranti anche più a sud), della qualità di streaming (siamo nell’era del 4K, DAZN garantiva uno scarso 720p a basso framerate), dell’assistenza clienti del tutto vacante, della mancanza di buona copertura mediatica dell’evento (mancanza e ritardo assurdi, di programmi come “Diretta gol” o di uno studio per pre & post partita), ma soprattutto di una iniziale discriminazione verso chi non avesse Internet o chiunque fosse poco avvezzo al mondo digitale.
E come dimenticare gli slogan propagandistici sponsorizzati da DAZN, come la stoccata a Sky nello spot di Banfi intento a stramaledire la parabola, oppure usare come vanto il prezzo basso rispetto all’abbonamento della tv di Comcast, o ancora, gli inviti a “smezzare” gli abbonamenti per condividere la passione con chi vogliamo. Ebbene, oggi tutte queste cose sono state ribaltate, andando a vanificare tutte quelle scuse che potevano reggere il castello di carte:
– il segnale satellitare è una tecnologia di visione sicura al 99%, senza contare del ritardo di visione dell’evento in diretta pressochè nullo;
– il prezzo di DAZN, soprattutto quello attuale, non è assolutamente basso, considerando il servizio scadente che offre, oltre all’offerta scarna comparandola a quella di Sky;
– a fronte di entrate scadenti (e scommetto di pressioni da parte di Tim) DAZN si è allineata con la politica degli altri giganti di Internet, andando a castrare la libertà dello streaming, smentendosi clamorosamente da sola, anzi additando agli utenti colpevoli di essere dei criminali che truffano l’azienda.
La colpa è solo di DAZN? No di certo. La Lega Serie A ha letteralmente calato le braghe davanti al cumulo di soldi offertole, assegnando il prodotto non al più meritevole, ma a chi offrisse di più. Su Sky l’abbonamento costava di più, siamo d’accordo, ma almeno si aveva la certezza di poter vedere l’evento e soprattutto si poteva godere di un bouquet estremamente ricco, curato e sponsorizzato come meritava di essere.
L’augurio è che, smentendo le ultime indiscrezioni, si possa tornare sui propri passi e che non si commetta l’errore un’altra volta.