L’ultima battaglia sul fumo di un governo è stata quella di vietarlo nei luoghi pubblici. Un cambio di prospettiva che sta per compiere 18 anni. Adesso un altro ministro della Salute, Orazio Schillaci, si pone l’obiettivo di far calare il numero dei fumatori. Usando uno dei motivi più convincenti: i soldi. Il costo annuale delle cure per i tumori da fumo “è circa il doppio di quanto incassiamo dalle accise sul tabacco, 14,40 miliardi nel 2021” spiega in un’intervista al Corriere della Sera citando il dato della Fondazione Veronesi. “Stiamo verificando quale sia lo strumento più idoneo per inasprire i divieti, anche all’aperto. Aspetto di raccogliere evidenze certe sui danni causati da sigarette elettroniche e prodotti senza combustione” spiega. Per il ministro è “inutile mettere più soldi nel fondo sanitario nazionale, e il mio governo lo ha fatto, se poi i malati colpiti da grandi patologie aumentano e con loro i costi delle cure. Stanno arrivando farmaci oncologici prodigiosi ai quali non possiamo certo rinunciare”. Ci sarà la stretta anche sulle altre sigarette “perché aumenta in modo esponenziale il consumo di sigarette senza fumo tra gli adolescenti che comunque contengono nicotina e generano dipendenza. Non è dimostrato che siano meno nocive, a differenza di quanto si fa credere”.
Nei giorni scorsi il ministro aveva già detto “io credo che noi dobbiamo affrontare” il tema del fumo “all’interno della prevenzione, che è uno dei cavalli di battaglia, uno dei punti sui quali metterò l’attenzione del mio dicastero. In particolare credo che si debba prevenire e contrastare il tabagismo e questo in linea con un Piano europeo contro il cancro, che ha come finalità quella di creare una generazione libera dal tabacco nella quale meno del 5% delle popolazioni consumi tabacco entro il 2040. Credo che la tutela della salute pubblica non può che passare per una maggiore attenzione al fenomeno del tabagismo – ha osservato il ministro – e più in generale alla prevenzione e agli stili di vita. Noi siamo una delle popolazioni più longeve insieme al Giappone. Questo però significa che i nostri anziani sono affetti da tutta una serie di patologie croniche”, dato che a sua volta implica “una spesa importante per il sistema sanitario nazionale, e io credo che bisogna puntare, oltre a riorganizzare il sistema sanitario nazionale e a cercare di incrementare il Fondo, anche a ridurre l’incidenza delle malattie. E quindi una prevenzione contro il tabagismo e i danni da fumo va sicuramente in questa direzione e credo sarà molto utile e importante soprattutto per il futuro”.
L’ipotesi ventilata anche nei giorni scorsi è di vietare il fumo in luoghi all’aperto se ci sono nelle vicinanze minori e donne incinte, non prevedere sale fumatori in locali chiusi e una stretta su sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato. “Vista la preoccupante diffusione di stili di vita non salutari” aveva detto Schillaci in audizione in Commissione Affari sociali della Camera nei giorni scorsi, “intendo affrontare il contrasto del tabagismo, che è tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia” per “conseguire l’obiettivo del Piano Europeo contro il Cancro 2021 di creare una ‘generazione libera dal tabaccò entro il 2040”.
Le misure dovranno tenere conto “della crescente diffusione di nuovi prodotti, come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco senza combustione, e delle sempre più numerose evidenze sui possibili effetti dannosi per la salute”. Come ricorda l’Istituto superiore di sanità (Iss), infatti, “il fumo non è responsabile del solo tumore del polmone, ma è anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie e cardiovascolari” tanto che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), entro il 2030 provocherà 8 milioni di morti l’anno nel mondo. Le ipotesi allo studio sono state annunciate da Schillaci stesso: “Intendo proporre l’aggiornamento e l’ampliamento della legge 3/2003 per estendere il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti con nicotina”. In quest’ottica, ha proseguito “è necessario e strategico” anche “il recepimento entro il 23 luglio 2023 della direttiva della Commissione Europea sull’eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato“, per “consentirne l’entrata in vigore dal 23 ottobre 2023”.