Roma - Luana Costantini e sua madre, Elena Bruselles, sono state trovate senza vita nel loro appartamento di Monte Mario. In casa molti oggetti riconducibili alla setta Cubytrix. Dopo due giorni di ricerche, gli inquirenti hanno rintracciato Paolo Rosafio, lo "sciamano Shekhinà", compagno di Costantini. L'uomo, che non è indagato, verrà ascoltato dalla polizia
Candelotti, tuniche, messaggi satanici e tavole per riti spiritici. Quando il 19 gennaio la polizia è intervenuta nell’appartamento di via Giulio Salvatori, nella zona di Monte Mario a Roma, si è trovata di fronte una grande varietà di cianfrusaglie e oggetti mistici utilizzati per le sedute sataniche. In casa, in avanzato stato di decomposizione, il corpo mummificato di Elena Bruselles, 83 anni, e il cadavere più recente di Luana Costantini, sua figlia, 54 anni. A chiamare la polizia è stato l’altro figlio di Bruselles, allertato dai vicini di casa che da giorni sentivano un odore terribile provenire dalla casa delle due donne. L’esame autoptico chiarirà le cause della morte: da un’analisi preliminare il decesso della 83enne risale ad almeno un mese fa, mentre quello della figlia è avvenuto cinque giorni fa. Non sono stati riscontrati segni di violenza sui cadaveri e nell’appartamento non ci sono segni di effrazione.
Mancava, però, un inquilino all’appello: Paolo Rosafio, nome d’arte Shekhinà Shekhinà, santone pugliese e compagno di Luana Costantini che viveva con le due donne. Di lui non si avevano notizie da prima di Natale. Secondo quanto riportato da Repubblica, gli inquirenti, dopo due giorni di ricerche, lo hanno rintracciato a casa della madre, in provincia di Lecce. L’uomo, che non è indagato, sarà ascoltato dalla polizia. Rosafio condivideva con la figlia la passione per l’occultismo e l’appartenenza alla setta satanica Cubytrix, di cui lo sciamano Shekhinà Shekhinà era il fondatore. Attivo anche su Facebook, questo gruppo sponsorizza online corsi di magia e di tantra nero, e mette in vendita tavole ouija, strumenti usati nel corso delle sedute spiritiche per le comunicazioni medianiche.
Attorno al triangolo oscuro formato da Brusselles, Costantini e Rosafio ruotava una quarta figura: intervistato da Repubblica, Roberto – nome di fantasia – è uno sciamano molto amico della coppia e amante dell’occultismo. “Mi hanno ospitato in casa loro per un anno”, racconta. Quando ha saputo della morte delle donne ha pensato: “Alla fine è successo”. È stata una delle ultime persone a vederle in vita. “Volevo bene a Luana, almeno finché era in sé”: Roberto spiega che la 54enne aveva iniziato a perdere il senno dopo un rito di evocazione dei morti che avevano fatto insieme la notte di Halloween: “Abbiamo aperto un passaggio col mondo dei defunti”, racconta, ma da quel giorno Luana è cambiata: “Non mangiava, distorceva le ossa, batteva i denti con furia“. Per questo, secondo la sua versione, lui e Rosafio se ne sono andati di casa. “Non riusciva più a occuparsi da sola della madre, stava male”, continua Roberto che si dice sicuro di quanto successo dopo: “Ha prelevato la pensione della madre e ha chiamato uno spacciatore, pippando cocaina fino al crollo”.