Cultura

A Chiusi le tombe etrusche chiuse per il Covid nel 2020 e mai più riaperte. Il sindaco: “Mancano le risorse”

Il servizio è sospeso. Da quasi tre anni, ormai. Prima a causa della pandemia, poi a causa della mancanza di personale. E il primo cittadino chiede aiuto al ministero

di Manlio Lilli

“Chiuso temporaneamente (Covid 19)”. Così si legge a proposito della Tomba della Scimmia di Chiusi nell’area dedicata alla Direzione Generale Musei del portale del Ministero della Cultura. E, volendo saperne di più, si può trovare qualche informazione anche sul sito della Direzione generale dei Musei della Toscana nel quale s’informa che “La Necropoli di Poggio Renzo e la Tomba del Colle sono temporaneamente chiuse per carenza di personale. Ci scusiamo per il disagio”. Insomma, inutile andare. Il servizio è sospeso. Da quasi tre anni, ormai. Prima a causa della pandemia, poi a causa della mancanza di personale.

A Chiusi, città che può vantare la presenza del Museo Nazionale Etrusco, le aree sepolcrali non sono un semplice “contorno”: qui sono esposti materiali rilevantissimi come il cosiddetto “Coperchio dell’abbraccio”, un vaso cinerario villanoviano; il Canopo di Dolciano; il vaso attico a figure rosse con la raffigurazione di Telemaco e Penelope. A nord della città, la Necropoli di Poggio Renzo, indagata a partire dalla seconda metà del Settecento, ha rivelato la presenza di tombe a pozzetto di IX-VIII secolo a.C., di dolii contenenti canopi di VII secolo a. C. e, soprattutto, di alcune tombe a camera con decorazione dipinta. Tra le quali la Tomba della Pellegrina, quella del Leone e quella della Scimmia, una delle tombe dipinte chiusine più importanti. Anzi un autentico capolavoro, datato al 480-470 a. C., in virtù delle rappresentazioni pittoriche che presenta al suo interno. Una effige femminile appena visibile, della quale risulta ignoto il nome e poi una scimmia raffigurata in una scena di lotta, accompagnata da altri affreschi che rappresentano suonatori, danzatori e atleti intenti nelle loro esibizioni, in ossequio alla defunta.

Gli ultimi visitatori ne celebrano la bellezza, con i loro commenti in rete. “Da restare a bocca aperta per il livello di conservazione della tomba in questione … se vi capita non perdete l’occasione di visitarla”, scriveva un turista a marzo 2020. “Per gli amanti dell’archeologia e della civiltà Etrusca è veramente da non perdere. Pareti con interessanti dipinti e notevoli anche i soffitti”, annotava una coppia a novembre 2019.

Insomma un luogo della Cultura dalla grande attrattiva. Eppure chiuso. “E’ davvero un peccato!”, inizia così l’intervista che Gianluca Sonnini, sindaco Pd di Chiusi da ottobre 2021, rilascia a ilfattoquotidiano.it. “Mancano risorse umane. La dotazione del Museo è appena sufficiente a garantirne le apertura durante la settimana. Peraltro non la domenica pomeriggio. Senza contare che il Museo è in sofferenza anche per il suo Centro di restauro, che può contare soltanto sulla buona volontà di un professionista, tra l’altro “a contratto”. Quindi non è possibile pensare di sottrarre neppure una unità al Museo. Per le tombe serve altro”, prosegue il sindaco. Che aggiunge di aver anche pensato di proporre al Ministero della cultura di affidare all’amministrazione comunale la gestione dell’area archeologica. Pur di riaprire le tombe. “Il Comune è disponibile a ogni ipotesi. Non esigiamo che lo Stato intervenga. E’ nostra intenzione collaborare”, spiega. “Abbiamo pensato a diverse iniziative per la valorizzazione del sito. Innanzitutto potremmo realizzare un Centro visite, sul posto. Un luogo a disposizione dei turisti per le informazioni. Dal quale partire per la visita. Poi, considerando che le tombe si trovano fuori dal centro urbano, e potrebbe risultare disagevole raggiungerle, potremmo mettere a disposizioni delle navette, con partenza ipotizzabile dal Museo Nazionale Etrusco”, spiega Sonnini.

Ma prima bisogna riaprirle quelle tombe. Naturalmente, dopo aver provveduto alla loro manutenzione, resa necessaria dalla loro tipologia ed anche dalla prolungata chiusura. Il sindaco sostiene di immaginare che le tombe finalmente ri-aperte, con il Museo Nazionale Etrusco, possano diventare una tappa di un percorso archeologico chiusino, che comprenda anche il non lontanissimo santuario di San Casciano ai Bagni, località che anticamente faceva parte del territorio di Chiusi, dove recentemente sono stati scoperte statue bronzee votive di II-I secolo a. C., insieme ad ex voto, monete ed iscrizioni in lingua etrusca. Il progetto e la volontà del territorio ci sono, ora si attendono risposte dal ministero della Cultura.

*Foto in evidenza di Walter Giannetti

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