Finora il tetto al prezzo del gas Ue (price cap) non ha avuto alcuna influenza sui mercati finanziari ed energetici. Emerge dai due rapporti preliminari pubblicati dall’Agenzia Ue per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer), e dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma). Dopo estenuanti e lunghe trattative, lo scorso 19 dicembre i paesi Ue hanno concordato di fissare a 180 euro a megawattora, un valore che dall’introduzione non è stato neanche lontanamente avvicinato sul mercato. Da allora il prezzo del gas, già in flessione, ha continuato a scendere. Dai circa 109 euro si è arrivati al minimo dello scorso 16 gennaio (55 euro). Ma il tetto al prezzo non c’entra nulla. Le flessioni, spiegano le due agenzie, sono state dovute alle temperature particolarmente miti e al buon livello di riempimenti degli stoccaggi. Come spiegano le agenzie Ue, il calo dei prezzi del gas di questi ultimi mesi “non è dovuto al meccanismo Ue per la correzione del prezzo, quanto a tendenze già presenti prima dell’adozione del regolamento: riduzione della domanda, inverno mite, stock pieni, reazione lenta dell’industria a fronte del calo dei prezzi”. Acer ed Esma indicano comunque che dalle conclusioni di questi primi rapporti non si dovrebbe dedurre che il meccanismo Ue non potrebbe avere alcun impatto sui mercati finanziari ed energetici in futuro.

L’Esma certifica l’ovvio, pur con tutta la buona volontà non si capisce onestamente con quale meccanismo un tetto a 180 euro dovrebbe mantenere il prezzo a 60 euro. Eppure all’indomani dell’approvazione furono in tanti, Giorgia Meloni in primis, ad intestarsi il merito della discesa delle quotazioni. “Prezzo del gas in calo, vicino ai livelli precedenti l’invasione dell’Ucraina. Sono i primi effetti dell’accordo europeo sul price cap raggiunto nei giorni scorsi e per cui il governo si è strenuamente battuto con successo“, scriveva su Twitter la presidente del Consiglio lo scorso 23 dicembre. Affermazioni puntualmente rilanciate dalla gran parte dei quotidiani italiani il giorno seguente. La premier italiana non è comunque l’unica. Solo 10 giorni fa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen affermava “Tra le varie misure abbiamo introdotto il price cap al gas e aumentato i permessi per le rinnovabili: questo duro lavoro ha pagato e i prezzi del gas sono più bassi che prima dell’invasione russa in Ucraina”. Basta crederci.

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