Per la Juventus “potrebbero arrivare altri punti di penalizzazione“. Questa l’opinione dell’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, che ha difeso il Napoli durante il primo filone del processo plusvalenze nel quale la procura Figc contestava ai partenopei la regolarità dell’affare Osimhen. “La penalizzazione di -15 punti alla Juventus non se lo aspettava nessuno, nell’ambito della Serie A non si vedeva una penalizzazione così importante dai tempi di Calciopoli“, ha sottolineato Grassani parlando a ‘La Politica nel Pallone’ su Gr Parlamento. Ma, ha proseguito “non è detto che questa sia l’unica sanzione. La procura federale ha un altro fascicolo per un altro filone, quello più scivoloso e più delicato, sulle quattro mensilità della stagione Covid 2020“.
Il riferimento è alle cosiddette “manovre stipendi“, al centro dell’inchiesta Prisma della procura di Torino. Il procuratore federale Giuseppe Chinè ha aperto un altro fascicolo su questo aspetto e a breve è atteso un nuovo deferimento. Grassani avverte: “Se le proporzioni hanno un valore il secondo filone sugli stipendi potrebbe non essere da meno“. Quindi altri punti di penalizzazione per la Juventus, forse anche più dei 15 ricevuti per il caso plusvalenze: “Sono ipotesi e proiezioni ma stiamo parlando di una costola preoccupante che non è andata in archivio ma che verrà affrontata nelle prossime settimane. Quel procedimento deve essere concluso entro fine stagione”, ha spiegato Grassani.
Poi sulla possibile sanzione Uefa, Grassani ha evidenziato che “la Uefa ha acceso un faro molto potente sulla Juventus in tempi non sospetti, credo sia in costante contatto con Figc e giustizia italiana. Questo fronte ha stretti collegamenti con il fair play finanziario. Se la sanzione fosse confermata in terzo grado, la Uefa potrebbe adottare provvedimenti autonomi di esclusione”. Tornando sulla questione plusvalenze, l’esperto di diritto sportivo prova ad analizzare le ragioni della decisione della Corte d’Appello federale: “Questa è una sanzione monstre, quasi raddoppiata rispetto alle richieste dell’accusa. Presuppone una grave colpevolezza, figlia dell’acquisizione delle 14mila cartelle trasmesse dalla procura di Torino alla procura federale”. Su cosa sia cambiato, Grassani ha spiegato che “mancava il limite di velocità, il primo giudizio di maggio è stato soppiantato alla luce delle intercettazioni telefoniche, del ‘sistema’ e della ‘cupola’ che secondo la Corte ha scientemente alterato il bilancio indipendentementente dal valore dei giocatori”.
Durante l’intervista a ‘La politica nel pallone’ su Gr Parlamento, a Grassani viene ricordato che anche al Napoli è stata contestata la regolarità dell’affare Osimhen: in quel caso la giustizia sportiva ha assolto il club, difeso dallo stesso Grassani, ma c’è anche un fascicolo d’indagine mai archiviato: “L’indagine di Napoli è nata da una rogatoria che la procura francese ha richiesto, perché nel Lille erano state riscontrate irregolarità molto rilevanti. Quella italiana ha aperto d’ufficio un procedimento in Italia. In questo momento è tutto fermo all’apertura dell’indagine”. “La giustizia sportiva – ha sottolineato Grassani – si è già occupata di questo caso archiviando e respingendo le accuse. Eventuali nuove prove non ne conosciamo. In qualsiasi caso è tutto in fase embrionale”.