Il progetto Legalitria nasce in Puglia per iniziativa della cooperativa Radici Future ed è diffuso nelle scuole e nelle carceri. E oltre alla ricaduta positiva sul piano sociale, c'è anche quella per le librerie, "perché mediamente sette studenti su dieci, dopo una presentazione, vanno per acquistarne una copia"
Si può educare alla legalità e al rispetto delle regole anche con la lettura. Da sei anni è questa la missione di Legalitria, un progetto nato in Puglia per iniziativa della cooperativa Radici Future. Iniziativa che ha varcato i confini regionali per raccogliere adesioni anche in Veneto, Campania, Calabria e, ultimo in ordine di tempo, nel Lazio. Dedicato alle scuole di ogni ordine e grado, “dallo scorso anno”, dice Leonardo Palmisano, sociologo e presidente di Radici Future (nella foto), “il progetto si è allargato alle carceri e ha coinvolto una cinquantina di comuni”. “Secondo un nostro calcolo”, aggiunge Palmisano, ex docente di Sociologia urbana al Politecnico di Bari (oggi collabora con la cattedra di Pedagogia dell’Università di Foggia) nel 2022 abbiamo fatto leggere diecimila studenti e duemila detenuti“.
I primi due comuni che sei anni fa hanno aderito al progetto, che viaggia ormai sulla media di 150 presentazioni all’anno, sono stati Fasano, grosso centro in provincia di Brindisi, per molti anni roccaforte del contrabbando in Puglia, e Locorotondo. Per questo il “marchio” del progetto ha messo insieme i termini legalità e Valle d’Itria, che è ula zona patrimonio Unesco associata ai trulli: “Volevamo una connotazione territoriale ma che fosse riconoscibile a livello globale”, dice Palmisano. Che ricorda un episodio “commovente” accaduto proprio a Fasano: “Un ragazzo che proveniva da una famiglia nota di affiliati alla Sacra corona unita (una delle mafie pugliesi, ndr) aveva letto, avendo aderito la sua scuola al nostro progetto, uno dei pochi libri pubblicati sulla Scu. Dopo autonomamente ha cercato in libreria altri testi sull’argomento. La sua presa di coscienza lo ha portato a dissociarsi e a prendere le distanze da quel mondo dal quale proveniva e oggi studia Giurisprudenza“.
Il progetto Legalitria, che va in tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, non segue il calendario scolastico. “In estate”, dice Palmisano, “continua con Legalitria Summer, con presentazioni che si svolgono a in beni confiscati alle mafie, come è successo nella masseria Canali di Mesagne (Brindisi) confiscata a Giuseppe Rogoli, boss della Scu, dove si sono susseguite tre serate di presentazioni, oppure in siti come l’Oasi naturalistica di Torre Guaceto“.
“Sempre più scuole“, racconta il sociologo, “ci chiedono di fare interventi sulle nuove tossicodipendenze, perché sono comparse sul mercato moltissime nuove sostanze chimiche che neppure l’agenzia nazionale riesce a registrare. Quando raccontiamo il legame che esiste tra droga e mafie, notiamo tra i ragazzi che c’è imbarazzo, e lì capiamo che abbiamo di fronte dei consumatori“.
Quindi aggiunge: “Altro fenomeno che abbiamo notato è legato a una forte diffusione di bullismo e cyberbullismo in quelle aree toccate dalla crisi dell’Ilva, perché l’impatto della disoccupazione sulla tenuta delle relazioni familiari è molto forte: in questi casi facciamo un intervento mirato con libri dati anche ai genitori per riconoscere bulli e vittima“.
Uno dei risultati dei quali il presidente di Radici Future, che ha sede a Bari, fa a ragione vanto, è l’aiuto indiretto al mercato editoriale: “Noi i libri li acquistiamo direttamente dalle case editrici, ma la ricaduta positiva è anche per le librerie, perché mediamente sette studenti su dieci, dopo una presentazione, vanno per acquistarne una copia”. Intanto, per l’immediato futuro, si pensa a nuove collaborazioni, come quella con l’Università di Foggia, per cominciare a fare inchieste sulle mafie e “inserirle nella cornice di Legalitria”.