Stefania Fogliata non potrà più allenare in nessuna palestra d’Italia. Lo stabilisce la misura cautelare interdittiva disposta il 24 gennaio dal gip Francesca Grassani, su richiesta del pm di Brescia Alessio Bernardi. Una prima svolta nell’inchiesta della Procura bresciana sui presunti maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di giovani atlete di ginnastica ritmica. La 30enne istruttrice, che lavora in una palestra di Calcinato, in provincia di Brescia, è al centro dell’indagine della Procura da quando, lo scorso agosto, due giovani atlete avevano denunciato gli abusi subiti, dopo che era scoppiato il caso nazionale che riguarda l’accademia federale di Desio (su cui indagano i pm di Monza). Fogliata è accusata di maltrattamenti aggravati proprio dalla giovane età delle presunte vittime: secondo la tesi degli inquirenti, i maltrattamenti sono iniziati nel 2017 e hanno coinvolto otto atlete, di età compresa trai 10 e i 14 anni. Nell’ordinanza del gip si legge: “Quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse“.
Lo scorso settembre, la polizia aveva raccolto le confidenze della madre di una delle ginnaste in merito a presunte condotte illecite dell’istruttrice. Fogliata allenava in un’accademia che fino al 2022 era affiliata alla Federginnastica, ma non è un tecnico federale, come specifica la stessa Fgi in una nota: “E’ soltanto in possesso di un attestato come tecnico societario dal 2020″. Il filone d’inchiesta bresciano è infatti indipendente dall’indagine portata avanti dalla Procura di Monza che invece riguarda l’Accademia federale di Desio e vede come indagate l’allenatrice Emanuela Maccarani – ex direttrice tecnica della Federazione – e la sua assistente Olga Tishina. Lo scorso 12 gennaio la Federginnastica ha deciso per il momento di non rimuovere dal ruolo di allenatrice della Nazionale l’indagata Maccarani.
Le presunte vittime al centro dell’inchiesta di Brescia sono state ascoltate in audizioni protette, videoregistrate e assistite da una psicologa dell’ASST di Brescia. Sono state poi sentite oltre 25 persone tra testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell’istruttrice, psicologi cui si erano rivolte alcune atlete, nonché gli stessi vertici della Federazione nazionale. Dai cellulari sono state recuperate tracce delle chat e riprese video di alcuni episodi. La polizia ha perquisito sia l’abitazione di Fogliata che la palestra di Calcinato dove allenava: gli agenti hanno prelevato pc e cellulari della donna.
La Fgi precisa che la società in cui lavora Fogliata, l’Accademia di Ginnastica Ritmica ‘Nemesi’ a Calcinato – costituita nel 2016 e affiliata Fgi solo nel 2021 – è “un soggetto privato autonomo e non sotto il controllo diretto della Federazione. Inoltre, sia l’affiliazione della società, sia il tesseramento della tecnica alla Federazione Ginnastica d’Italia non sono stati rinnovati dai diretti interessati per l’anno 2023“. Infine, a fronte del provvedimento della procura di Brescia, anche la procura federale fa sapere che “disporrà una misura interdittiva nei confronti della tecnica. In attesa di avere un quadro completo delle indagini, sarà valutata pure la posizione della società sia a titolo di responsabilità oggettiva che diretta per omessa vigilanza su quanto compiuto dall’allenatrice”. La Federazione continua “a offrire la massima collaborazione alla Procura di Brescia e a quella di Monza e ripone la massima fiducia nella giustizia ordinaria e sportiva“. Il filone d’indagine bresciano è infatti