Una confessione condivisa, descritta sulla sua pagina Instagram. Lo sfogo di chi non ce la fa più e basta un nulla, una difficoltà del quotidiano, un contrattempo che può capitare, e la giornata diventa pesantissima da affrontare. Che cosa è successo? La causa scatenante del suo sfogo è il ritardo di un aereo
Sono passate solo due settimane: Giorgia Soleri fotografata felice al fianco del suo fidanzato Damiano David nel giorno del compleanno del cantante dei Maneskin. Ma per lei, attivista e influencer che ha saputo raccontare le difficoltà di convivere con malattie invasive e dolorose come la vulvodinia e la fibromialgia, non è un bel periodo. Ci sono momenti in cui la fragilità diventa difficile da affrontare e lei stessa lo ammette: “Mi dispiace non essere un esempio di virtù, accettazione della malattia e tutela del corpo, sono solo una persona malata che (a volte) non ce la fa più“.
Una confessione condivisa, descritta sulla sua pagina Instagram. Lo sfogo di chi non ce la fa più e basta un nulla, una difficoltà del quotidiano, un contrattempo che può capitare, e la giornata diventa pesantissima da affrontare. Che cosa è successo? La causa scatenante del suo sfogo è il ritardo di un aereo. Racconta Giorgia: “Volo rimandato di 30 minuti in 30 minuti, ad ora siamo a 3 h di ritardo e non hanno ancora iniziato l’imbarco, io talmente stanca che ormai dormo appoggiata alla valigia senza ritegno, mettendomi la sveglia ogni 20 minuti per controllare la situazione”. Per lei questa imprevista attesa diventa pesantissima da affrontare: “Ho male ovunque e vorrei davvero dormire per i prossimi due giorni”.
A quel viaggio Giorgia non ha voluto rinunciare. Lo ammette, ma riconosce quali siano i rischi di queste situazioni a sorpresa: “Eccoli i compromessi di cui parliamo quando diciamo di fare cose avventate, poco lungimiranti e potenzialmente rischiose per il nostro corpo malato”. Però, spiega ancora, bisogna trovare la forza di buttarsi: “Stare a casa a guardare la propria vita scorrere dalla finestra delle volte è più doloroso”.
Così ha deciso di partire lo stesso. Ma in quel momento critico si lascia andare a considerazioni profonde: “Sì, c’è chi sta peggio, chi oltre alla malattia ha un lavoro full time e una famiglia, chi non può curarsi. Sto provando a fare la mia parte per cambiare la situazione e ottenere tutele, ma questo purtroppo non cancella il mio dolore e non lo silenzia”. Ancora: “Brave alle persone che riescono a fare più di me con più dolore e più impegni. Io non ci riesco e a volte ho solo bisogno di gridare BASTAAAA”.
La Soleri nel corso degli anni si è costruita una sua personale credibilità, ribadendo la sua identità, la sua indipendenza dalla figura del fidanzato e diventando un’attivista per i diritti delle donne. Preziosa la sua campagna di sensibilizzazione verso alcune malattie, di cui molte donne soffrono ma che sono sempre state sottovalutate. Negli effetti e nelle conseguenze. Alcuni suoi detrattori la ritengono esagerata. E si chiedono: è depressa per cosi poco? Allora a lei sembra di tornare indietro. A quando, lei stessa lo ha raccontato più volte, le persone a cui confidava i suoi dolori pelvici la giudicavano quasi una “malata immaginaria”. Ci sono diritti già raggiunti e altri ancora da raggiungere.