La rinuncia della procura belga, sostengono gli avvocati Angelo De Riso e Nicola Colli, si evince da un documento che è stato notificato in queste ore alle due donne che si trovano al momento agli arresti domiciliari. I due difensori domani prenderanno contatto con le autorità competenti, in particolare con la Corte d’Appello di Brescia che aveva dato il via libera alla consegna
Silvia Panzeri e Maria Dolores Colleoni, moglie e figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, hanno evitato la consegna alle autorità del Belgio. La Procura federale brussellese ha infatti ritirato, stando a quanto fanno sapere i legali delle due donne, la richiesta avanzata allo Stato italiano. Questo a pochi giorni dall’accordo firmato dall’ex Pd, considerato il grande macchinatore del sistema di corruzione in seno al Parlamento Ue, con gli inquirenti belgi e nel quale ha offerto piena collaborazione in cambio di un solo anno di carcere, una multa e la confisca di beni per un totale di circa 1 milione di euro.
La rinuncia della procura belga, sostengono gli avvocati Angelo De Riso e Nicola Colli, si evince da un documento che è stato notificato in queste ore alle due donne che si trovano al momento agli arresti domiciliari. I due difensori domani prenderanno contatto con le autorità competenti, in particolare con la Corte d’Appello di Brescia che aveva dato il via libera alla consegna, dopo che le loro assistite sono state raggiunte da un mandato di arresto europeo lo scorso 9 dicembre con l’accusa di concorso in associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. “Si tratta di capire – ha spiegato De Riso – se tale atto comporta la liberazione per le mie assistite”.
Al momento, per Maria Dolores Colleoni il prossimo 31 gennaio è fissata l’udienza in Cassazione contro la consegna, mentre per la figlia è appena stato presentato ricorso sempre in Cassazione.
La rinuncia alla consegna della Procura federale potrebbe essere legata alla collaborazione di Panzeri e all’accordo con la magistratura belga. Inoltre, quando la comunicazione arriverà ai giudici bresciani verrà revocata la misura dei domiciliari per le due indagate.