L'eurodeputato dem ha anche sostenuto che "il testo della mail inviata dal mio indirizzo prima della votazione al testo sul Qatar è stato preparato e diffuso senza il mio preventivo assenso dal mio ex collaboratore Giorgi"
Andrea Cozzolino si è dichiarato innocente davanti dalla commissione Giustizia (Juri) del Parlamento Ue e ha rinunciato ufficialmente alla sua immunità. Durante l’audizione, l’eurodeputato eletto col Pd “ha contestato le ipotesi investigative” a suo carico che ha definito “alquanto generiche“. Ha quindi negato formalmente di “aver mai ricevuto direttamente o indirettamente” sia “denaro contante che altre forme di sostentamento e di essere totalmente all’oscuro delle attività realizzate dal signor Giorgi e dal signor Panzeri”. La procura belga che indaga sulle mazzette nel cuore dell’Europa, chiedendo di togliere l’immunità all’eurodeputato, ha riportato proprio alcune dichiarazioni del suo ex collaboratore Francesco Giorgi e in particolare il passaggio in cui sostiene che era “corrotto indirettamente”. In uno dei primi interrogatori anche l’ex sindacalista Antonio Panzeri aveva scaricato Cozzolino: “Io non ho prove ma voi dovreste controllarlo, l’attuale presidente della delegazione del Maghreb”, aveva detto.
Cozzolino nega tutte le accuse e, davanti ai colleghi, ha anche sostenuto di non aver autorizzato il suo ex assistente a inviare una mail prima della votazione sul testo del Qatar dal suo indirizzo: “Il testo della mail”, ha detto, “è stato preparato e diffuso senza il mio preventivo assenso dal mio ex collaboratore Giorgi”. E, si legge nel documento diffuso dai suoi legali, “ho votato a favore degli emendamenti più significativi proposti al testo che stigmatizzava la condotta del Qatar”. Cozzolino ha anche risposto alle domande sulla sua relazione con Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino in Polonia e figura identificata come l’emissario del Marocco nel Qatargate. “Conosco, come tanti altri miei colleghi” e “come per altri colleghi ho intrattenuto con lui rapporti cordiali. I nostri rapporti personali sono stati esclusivamente di tipo personale e amicale. Contrariamente a quanto riportato dalla stampa però non ho mai presentato una risoluzione urgente in favore del Marocco”, ha detto. “L’unica risoluzione sul Marocco che ho sottoscritto è del giugno 2021”, e, ha precisato l’eurodeputato “conteneva una severa critica allo Stato marocchino in relazione alle vicende migratorie“. L’eurodeputato Andrea Cozzolino, eletto nel Pd e ora passato ai Non Iscritti per la durata dell’indagine condotta dalle autorità belghe per presunta corruzione volta ad influenzare i processi decisionali Ue, ha spiegato alla commissione giuridica che era “del tutto all’oscuro” delle “altre attività e interessi, di qualunque natura fossero”. Il sospetto della Procura nei suoi confronti, sottolinea Cozzolino, “è basato sul fatto che Giorgi lavorasse alle mie dipendenze, essendo stato in precedenza assistente di Panzeri”. Cozzolino ha ricordato che è “prassi” nel Parlamento “assumere come propri collaboratori funzionari accreditati dall’aver collaborato nelle precedenti legislature con altri deputati, non più rieletti o non più ricandidati. Quando ho assunto Giorgi, egli era ritenuto uno dei più brillanti giovani funzionari di Bruxelles e poteva vantare anche una importante rete di relazioni istituzionali. E Panzeri, dal cui ufficio egli proveniva, era tra i più stimati parlamentari italiani uscenti, essendo stato in carica per tre legislature consecutive, dal 2004 al 2019″.
Secondo Cozzolino, le istituzioni dell’Ue hanno rivelato, di fronte alla “pressione” dell’opinione pubblica generata dalle rivelazioni sull’inchiesta, tutta la propria “fragilità” e il proprio “imbarazzo”. “E’ per queste ragioni – ha detto al termine della dichiarazione resa oggi in audizione, diffusa dopo la seduta dai suoi legali – in primo luogo per consentire quanto prima e quanto più in profondità l’accertamento dei fatti e della verità, e, non di meno, per sollevare voi, cari colleghi, dall’ambasce di una decisione su cui grava il peso di una opinione pubblica incalzante, rispetto alla quale si sono colti la fragilità e l’imbarazzo delle istituzioni politiche europee, che dichiaro formalmente di rinunciare all’immunità parlamentare riconosciutami dalla legge”.
A esprimersi ora dovrà essere la plenaria del Parlamento europeo: si voterà in sessione straordinaria sulla revoca dell’immunità dei due eurodeputati Cozzolino e Marc Tarabella martedì 31 gennaio. L’annuncio ufficiale è arrivato al termine dell’audizione di questa mattina del politico italiano. La parola passerà poi alla plenaria dell’Eurocamera, che dovrebbe esprimersi in via definitiva durante la sessione di febbraio a Strasburgo. La decisione di rinunciare all’immunità parlamentare, ha spiegato il legale di Cozzolino, “non significa che la commissione (giuridica) o il parlamento non possano decidere diversamente. Attenderemo l’assemblea del 13 (la plenaria di febbraio), siamo a disposizione del giudice da dicembre e restiamo a disposizione”. E alla domanda se ora Cozzolino tema l’arresto, l’avvocato ha ribattuto: “E’ una domanda un po’ generica e retorica, lei non teme nella sua vita che possa succedere? Può succedere a tutti”.
Intanto oggi l’avvocato dell’ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili, parlando alla tv greca Kontra, ha detto: “Arrivano messaggi e notizie” che Pier Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato pentito del Qatargate, “farà” alla giustizia belga “nuovi nomi di eurodeputati italiani, tedeschi, belgi e francesi“. Secondo il legale Michalis Dimitrakopoulos, dopo l’accordo da collaboratore di giustizia firmato con la procura federale belga, Panzeri “ora è completamente inaffidabile e tutto ciò che gli interessa è salvare sua moglie e sua figlia”, ha aggiunto il legale greco, sottolineando che “qualunque cosa gli diano, firmerà”.