"Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti e ilDoomsday Clock riflette questa realtà" ha detto Rachel Bronson, il numero uno del Bullettin of Atomic Scientists, che ogni anno valuta i pericoli di un olocausto nucleare e per la prima volta ha pubblicato il suo bollettino con la decisione in inglese, russo e ucraino
Il mondo è a soli 90 secondi alla mezzanotte, ovvero dalla catastrofe. “Viviamo in un periodo di pericolo senza precedenti e l’Orologio dell’Apocalisse riflette questa realtà” ha detto Rachel Bronson, il numero uno del Bullettin of Atomic Scientists, che ogni anno valuta i pericoli di un olocausto nucleare e per la prima volta ha pubblicato il suo bollettino con la decisione in inglese, russo e ucraino. Nella fattispecie, con lo spostamento in avanti delle lancette gli esperti hanno segnalato che il mondo non è mai stato così vicino all’apocalisse. Lo scorso anno segnava 100 secondi alla mezzanotte. Creato nel 1947, durante la Guerra Fredda, l’orologio dell’Apocalisse, il Doomsday Clock, scandisce il tempo che l’umanità ha davanti a sé per evitare una catastrofe dovuta alle armi nucleari o ai cambiamenti climatici. Nel 2019 era stato stabilito che all’umanità restavano appena due minuti per evitare una catastrofe, proprio come era accaduto nel 2018 e nel 1953. Ora il Comitato Scientifico ha spostato ancora in avanti le lancette, principalmente (ma non solo) a causa dei crescenti pericoli derivanti dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e al conseguente aumento del rischio di escalation nucleare. Mai, nei 75 anni della storia dell’Orologio, la Terra era stata così vicini alla catastrofe globale per l’umanità.
“I rischi per l’umanità sono molteplici, ma il più immediato e catastrofico è il pericolo proveniente dalle armi nucleari – sottolinea Lisa Clark, vicepresidente dei ‘Beati costruttori di Pace’ e referente per il disarmo nucleare della Rete Italiana Pace e Disarmo – con un’azione di guerra, ma anche solo con un errore di interpretazione da parte di una potenza nucleare specialmente in queste condizioni di tensione elevatissima causata dal prolungarsi e aggravarsi della guerra in Ucraina”. Il dovere di tutti noi, e soprattutto quello dei decisori politici degli Stati – ha proseguito – è fare ogni sforzo per smantellare e mettere al bando le armi nucleari, e per perseguire tutte le strade che possono aprire la porta a negoziati di pace”. L’analisi della situazione condotta dal Bulletin of Atomic Scientist evidenzia come la guerra della Russia contro l’Ucraina abbia sollevato profondi interrogativi sulle modalità di interazione tra gli Stati, erodendo le norme di condotta internazionale che sono alla base di risposte efficaci a una serie di rischi globali. La Russia ha inoltre portato il conflitto nei pressi dei siti dei reattori nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, violando i protocolli internazionali e rischiando il rilascio di materiali radioattivi. Nel frattempo l’ultimo trattato sulle armi nucleari tra Russia e Stati Uniti, il New START, è in pericolo. Se le due parti non riprenderanno i negoziati e non troveranno una base per ulteriori riduzioni, il trattato scadrà nel febbraio 2026. Ciò eliminerebbe le ispezioni reciproche, aggraverebbe la sfiducia, stimolerebbe una corsa agli armamenti nucleari e aumenterebbe la possibilità di uno scambio nucleare. Come ha avvertito lo scorso agosto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il mondo è entrato in “un periodo di pericolo nucleare che non si vedeva dall’apice della Guerra Fredda”.
Gli effetti devastanti di questa guerra non si limitano a un aumento del pericolo nucleare, ma minano anche gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico. Mary Robinson, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha dichiarato: “Il Doomsday Clock sta suonando un allarme per l’intera umanità. Siamo sull’orlo del precipizio. Ma i nostri leader non stanno agendo con sufficiente velocità o forza per garantire un pianeta pacifico e vivibile. Dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica al rafforzamento dei trattati sul controllo degli armamenti e agli investimenti per la preparazione alle pandemie, sappiamo cosa è necessario fare. La scienza è chiara, ma manca la volontà politica. Questa situazione deve cambiare nel 2023 se vogliamo evitare la catastrofe. Siamo di fronte a crisi multiple ed esistenziali”.