Secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it sul tavolo del ministro degli Interni ci sono una serie di misure che puntano concretamente a cambiare una volta per tutte il concetto stesso di trasferta. L'obiettivo del Viminale è duplice: dare un segnale inequivocabile e prevenire una volta per tutte il ripetersi dei tafferugli
Gli incidenti tra tifosi prima di Paganese-Casertana saranno un punto di non ritorno. Le immagini dell’autobus in fiamme, il rischio concreto di conseguenze fisiche serie per forze dell’ordine e spettatori, le scene di guerriglia urbana riviste ad appena due settimane dagli scontri sulla A1 tra ultras di Napoli e Roma hanno convinto il Viminale a prendere decisioni ancora più drastiche. Che andranno in due direzioni: dare una punizione esemplare e rivoluzionare il concetto di prevenzione del rischio di disordini. Secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it sul tavolo del ministro Piantedosi ci sono tutta una serie di ipotesi che puntano concretamente a cambiare una volta per tutte il concetto stesso di trasferta al seguito della propria squadra del cuore.
Le parole del ministro, del resto, non lasciano spazio ad interpretazioni alternative: “Non è possibile che ogni domenica anche per il calcio minore siano impiegate risorse così cospicue delle forze dell’ordine” ha detto il titolare del Viminale, secondo cui “non è possibile vedere episodi come quelli di ieri. Non dobbiamo fare di queste situazioni qualcosa che ci passa sotto il naso senza che ne consideriamo l’importanza. L’impostazione sarà massima precauzione – ha aggiunto – quando ci saranno degli indicatori adotteremo delle misure anche più dure”. Quali saranno queste misure? Si andrà oltre il divieto di trasferta? Piantedosi pubblicamente non ha anticipato nulla, anche perché ci sono passaggi istituzionali da rispettare: “Discuteremo le sanzioni con il capo della Polizia e con gli organismi del Viminale – ha sottolineato – saranno adeguate alla gravità di questi episodi. Intendo agire con la massima precauzione”. Punire e prevenire, quindi. Per quanto riguarda la prima direttiva, il ministro aspetterà la riunione dei prossimi giorni tra l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e il Comitato di analisi per la sicurezza, poi presenterà la sua proposta. Che sarà molto chiara: serve una punizione esemplare. Nella fattispecie, se dopo gli scontri dell’8 gennaio i tifosi di Napoli e Roma sono stati sanzionati con due mesi di divieto di trasferta, questa volta il Viminale punta ad aumentare la durata della pena, anche in virtù della gravità di quanto accaduto a Pagani, dove solo per una casualità non ci sono stati feriti gravi. Di quanti mesi di trasferte vietate si parla? Dal ministero dell’Interno bocche cucite, ma è plausibile pensare a una pena triplicata rispetto a quella inflitta a partenopei e giallorossi: se così fosse si tratterebbe a tutti gli effetti di una sorta di daspo dell’intera curva della Paganese.
Poi c’è la prevenzione. E anche qui si preannunciano misure destinate a fare scuola. In tal senso nel ventaglio di ipotesi analizzate dal ministro c’è anche quella di prevedere di far giocare in campo neutro per un certo numero di partite la squadra i cui tifosi sono stati protagonisti di reati da stadio. In questo caso, quindi, la punizione sarebbe in un certo modo estesa anche alla società di calcio, che si troverebbe a essere vittima dei suoi stessi ultras. Una misura che, se attuata, rischierebbe di creare un effetto altrettanto pericoloso, con i club ostaggio delle curve o quantomeno ricattabili. Eventualità altamente plausibile, specie considerando i rapporti spesso tesi tra presidenti e tifosi. Il Viminale, tuttavia, vuole dare un segnale. E sarà un segnale forte. Scontato, infine, un inasprimento dei singoli divieti di trasferta. Quanto accaduto a Pagani, del resto, se non prevedibile era quantomeno preventivabile.
Che l’incontro fosse a rischio per i pessimi rapporti tra le due tifoserie era ampiamente risaputo, tanto che la partita era stata inserita dall’Osservatorio per le manifestazioni sportive tra quelle “connotate da profili di criticità“. Nella determina del 18 gennaio, infatti, l’organismo aveva suggerito una serie di misure per prevenire tafferugli. Quali? Vendita dei biglietti ai tifosi ospiti fino alle 19 del giorno precedente il match, solo nelle ricevitorie individuate sotto la responsabilità della società e solo con la presentazione di un documento di identità. E ancora: trasmissione dell’identità dei tifosi da parte della Casertana alla questura di Salerno, impiego di steward della società ospite nel settore riservato ai propri tifosi e adeguata comunicazione delle misure in questione ai tifosi delle società interessate. Troppo poco? C’è da dire che la sfida al vertice del Girone G della Serie D era attesa da molto tempo da entrambe le tifoserie, da sempre rivali e in passato protagoniste di violenti scontri. Non è un caso, del resto, che negli anni scorsi gli incroci pericolosi tra le due curve erano stati evitati. Come? Vietando le trasferte.