La cura dimagrante della Alpine costa mille euro al chilogrammo. La più radicale delle auto di Dieppe, il marchio alto di gamma del gruppo Renault che diventerà elettrico dal 2025, è la A110 R, evoluzione della S che costa 76.050 euro e che pesa 1.116 kg. Il nuovo modello è il quarto della gamma: è stato alleggerito di 34 kg (1.082) per un listino che parte da 107.000 euro.
Per rendere più leggera la due posti francese gli ingegneri hanno fatto massicciamente ricorso alla fibra di carbonio senza la quale sarebbe stato impossibile ridurne il peso. Non solo per il tetto, come gli altri modelli, ma anche per il cofano motore e per quello anteriore, per le minigonne, gli estrattori e lo spoiler è stato impiegato lo stesso materiale. E, soprattutto, sono in fibra di carbonio i cerchi, che da soli valgono 12,5 kg in meno. Altri 5 kg sono stati persi con l’adozione dei sedili dell’italiana Sabelt.
Alpine ha conferito così alla A110 R un maggior tasso di esclusività, quello con il quale vuole corteggiare i clienti che possono permettersi di andare a guidarla in pista, il suo ambiente quasi naturale. Provata sul circuito spagnolo di Jarama, che ha ospitato la Formula 1 fino al 1981, la berlina sorprende per la sua agilità. È leggera, ma aderente all’asfalto. Ha una cambiata rapida e fluida: la trasmissione automatica a 7 marce con leve al volante è convincente. Sul nervoso tracciato a pochi chilometri da Madrid si fa apprezzare anche lo sterzo, preciso e diretto. Alla modalità di guida normale, per quanto possa esserlo quella di un’auto con assetto ribassato di 10 millimetri rispetto alla già sportiva S, si aggiungono quelle Sport e Track, che fa scendere l’altezza libera dal suolo di altri 10 millimetri (omologata peraltro per il solo circuito). Gli ammortizzatori sono nuovi e modulabili.
Gli interventi sul peso hanno ridotto il comfort acustico, che resta tuttavia elevato, come conferma la prova su strada, che evidenzia tutti i “rischi” di guidare un’auto così. Stimola cioè a spingere di più, perché è nel suo Dna, solo che il Codice della Strada non lo consente. La tinta blu di questa serie numerata (ma non limitata) è quella delle monoposto Alpine della Formula 1.
Sotto il cofano della A110 R c’è lo stesso turbo impiegato sul resto della gamma Alpine e, ad esempio, montato dalla Renault sulla Megane RS. È l’elastico benzina da 1.8 litri da 300 Cv (gli stessi della “S”) e 340 Nm di coppia che su questo modello spinge a 285 km/h e, soprattutto, fa scendere l’accelerazione da 0 a 100 all’ora sotto i 4 secondi, 3,9 per la precisione (la A110 “base” ha 252 Cv e passa da 0 a 100 in 4,5 secondi). Il costruttore rivendica anche il primato nel segmento sul fronte delle emissioni di CO2: 156 g/km.
Dopo i giri in pista è preferibile non controllare i consumi indicati dal computer di bordo. Dopo la prova su strada (93 chilometri a una velocità media rilevata di 66,4 km/h), invece, non spaventano: quelli dichiarati sono compresi fra 6,7 e 6,9 l/100 km, quelli contabilizzati sono di 9,4. Un dato ottenuto senza fare la minima attenzione all’efficienza.
Per potere venire impiegata quotidianamente, la A110 R sconta il fatto di avere un bagagliaio (davanti) nel quale non ci sta molto. Avendo inoltre sacrificato il lunotto posteriore (sostituito da un rivestimento in fibra di carbonio) manca l’abituale visibilità posteriore. Non esattamente comode sono le cinture a sei punti, tanto valide in pista quanto poco funzionali nella guida normale che costringe a sporgersi agli incroci. E per (almeno) 107.000 euro forse lo schermo centrale per la navigazione (e non solo) poteva essere di qualche pollice più grande. Ma è anche vero che la Alpine A110 R è nata per l’asfalto, ma soprattutto per quello senza incroci e senza semafori. In ogni caso, e questo è quello che conta, è estremamente divertente da guidare.
I clienti italiani hanno già cominciato ad apprezzare la sportività della Alpine: i sei concessionari distribuiti sul territorio nazionale nel 2022 hanno commercializzato il 50% di auto in più (54), con un incremento superiore rispetto al 33% (3.546) registrato a livello globale. La rete di vendita planetaria è arrivata a 140 rivenditori (20 in più), dei quali 20 in Giappone e uno perfino a Singapore, la “tigre asiatica” in cui i permessi per acquistare un’auto vengono rilasciati a peso d’oro. Gli altri 119 sono in Europa.