La testimonianza della 23enne smentisce la versione del calciatore brasiliano che aveva detto inizialmente di non conoscere la donna. Alves rimane in carcere a Barcellona, rischia una condanna fino a 12 anni
Nuove prove contro Dani Alves, il calciatore brasiliano accusato di aver violentato una donna in una discoteca di Barcellona. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Mundo, la versione dell’ex terzino della Juventus e del Barcellona è stata smentita non solo dalle telecamere del locale, ma pure dalla testimonianza della presunta vittima della violenza. La 23enne, che ha rifiutato un indennizzo economico proposto dal calciatore per chiudere la vicenda, ha parlato oltre un’ora e mezza con gli inquirenti. Il racconto drammatico è stato molto dettagliato. Ed è proprio uno di questi dettagli ad aver peggiorato la posizione di Alves.
“Ha una mezzaluna tatuata sul pube“, ha dichiarato la donna, smentendo la prima versione di Alves: il giocatore aveva inizialmente detto di non conoscere la 23enne, di non averla mai vista. Elemento smentito appunto anche dalle telecamere di sorveglianza del nightclub Sutton, la discoteca della città catalana dove, il 30 dicembre scorso, sarebbe avvenuta la violenza. Così Alves è stato costretto a smentirsi. Ha confermato di aver avuto effettivamente un rapporto sessuale con la donna ma ha aggiunto che questo era stato consenziente. La testimonianza confusa dell’accusato, però, non ha convinto il giudice.
L’ex terzino della Juventus resta quindi in cella a Barcellona. Rischia una condanna fino a 12 anni. La legge spagnola in materia è stata modificata recentemente: nel nuovo codice penale è stata eliminata la distinzione tra aggressione e violenza, dando un peso di rilievo al consenso della vittima. La denuncia per abusi sessuali è stata formalizzata il 2 gennaio. Il 20 gennaio il brasiliano è stato arrestato e da allora è in prigione.