Cronaca

Lodi, il nuovo caso mense scolastiche. La Lega: “Solo carne halal agli alunni”. La vicesindaca Pd: “Fake news e nessun costo aggiuntivo”

A dare battaglia la capogruppo del Carroccio, Eleonora Ferri, e l'ex assessore Giusy Molinari: "Oramai è l’italiano che deve adattarsi agli usi e credenze degli stranieri". Laura Tagliaferri, vicesindaca e assessore all'Istruzione: "Non è stato 'introdotto' nulla, ma rassicurata la comunità islamica: nei giorni in cui agli altri bambini era proposto pollo e tacchino, la carne era conforme alle indicazioni seguite dalla comunità"

“Notizie false”. Laura Tagliaferri, vicesindaca e assessore all’Istruzione del Comune di Lodi (Pd) iscrive nella categoria delle fake news la notizia, subito cavalcata dalla Lega, della distribuzione nelle mense scolastiche della città di di sola carne halal, carne macellata secondo il rito islamico. A dare battaglia hanno cominciato la capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, Eleonora Ferri, e l’ex assessore all’Istruzione Giusy Molinari, anche lei della Lega. Alle due non sarà sembrato vero poter attaccare l’amministrazione di centrosinistra, che dal 12 giugno scorso ha soppiantato quella di centrodestra a trazione leghista, sullo stesso terreno – quello delle mense – che portò Lodi alla ribalta internazionale per l’esclusione dei bambini stranieri dai refettori e alla condanna del Comune per condotta discriminatoria in Corte d’Appello a Milano nel dicembre 2020. Ferri all’epoca era presidente del Consiglio comunale, sulla poltrona di sindaco sedeva un’altra leghista, Sara Casanova.

“Oramai è l’italiano che deve adattarsi agli usi e credenze degli stranieri. Un fatto gravissimo che dimostra quanto la giunta targata Pd prediliga le tradizioni e le credenze di chi viene in Italia a discapito degli italiani stessi”, ha scritto Ferri in una nota, mentre Molinari ha contestato la “mancata libertà di scelta”. “Penso che dopo un primo comunicato, poi un secondo, per fare capire ad alcuni esponenti dell’opposizione come stanno le cose”, scherza la vicesindaca Tagliaferri, “non mi resteranno che i disegnini”. E comincia a ricostruire la vicenda: “Lo scorso autunno l’assessorato all’Istruzione è stato contattato dalla comunità islamica, che ha avanzato la richiesta di introdurre la carne halal nel regime alimentare scolastico, ovviamente riservando l’opzione ai bambini che avessero scelto quel tipo di dieta. Dopo aver preso in considerazione la richiesta ci siamo rivolti direttamente alla ditta che ha in gestione il servizio di refezione scolastica (il Gruppo Pellegrini, ndr) per approfondire il tema”.

“La prima considerazione è stata di natura economica”, specifica la vicesindaca, “in quanto abbiamo stabilito che l’eventuale soddisfazione della richiesta sarebbe stata praticabile solo in assenza di costi aggiuntivi per l’amministrazione comunale per rispetto del principio di laicità della scuola. Di conseguenza, proprio in termini economici, abbiamo scartato l’ipotesi di inserire nel quadro delle possibilità la carne bovina, scelta che avrebbe procurato spese maggiori rispetto alla fornitura. Per quanto riguarda invece pollo e tacchino, abbiamo appurato che la società fornitrice di questo tipo di carne per la nostra ditta di refezione, ovvero uno dei principali operatori della filiera alimentare per quanto riguarda la carne avicola in Italia (il gruppo Aia, ndr), già possedeva la relativa certificazione in relazione a tutta la sua linea produttiva, chiaramente rispettando tutti gli standard europei sulla provenienza italiana della carne, sulle norme igienico-sanitarie e soprattutto sul benessere animale nel processo di macellazione, come recita la dichiarazione ufficiale dell’azienda di cui siamo in possesso, inviataci su nostra richiesta”.

Nella macellazione halal l’animale, non stordito e rivolto verso la Mecca, viene ucciso con una coltello e un taglio unico. Questa pratica, estremamente cruenta, è consentita in Italia solo se praticata in uno degli oltre 200 macelli autorizzati ed è duramente contestata dalle associazioni animaliste. “La precisa e fedele ricostruzione dei fatti è la seguente”, dice ancora Laura Tagliaferri, “non è stato ‘introdotto’ nulla, è stata semplicemente rassicurata la comunità islamica sul fatto che nei giorni in cui agli altri bambini era proposta nell’offerta la carne di pollo e tacchino, quest’ultima era conforme alle indicazioni seguite dalla comunità per poterne usufruire. Tutto qui”.

“Teniamo a ribadire – aggiunge – che la stessa procedura non riguarda la carne di manzo, perché in questo caso sarebbe stato necessario cercare un fornitore differente e si è quindi valutato di non accogliere la richiesta, mantenendo nei giorni indicati la sola proposta di menu vegetariano per i bambini di religione islamica. Per tutti i bambini non musulmani allo stato attuale non è cambiato assolutamente nulla rispetto alla situazione precedente”. “Per quanto riguardava invece la carne di pollo e tacchino, semplicemente, è stato specificato alla comunità islamica che questo tipo di carne consumata nelle mense di Lodi, al pari di centinaia di altre città italiane e presente nell’offerta di gran parte dei supermercati nazionali, viene prodotta da una delle aziende leader di mercato in Italia in possesso dell’apposita certificazione riguardante l’intera sua linea produttiva. La legislazione, infatti, non prevede che sull’etichetta di questi prodotti sia indicata la tecnica di macellazione, e quindi ben venga l’interrogazione parlamentare annunciata dal vicepresidente del Senato Centinaio (Lega) ai ministeri della Salute e dell’Agricoltura. Potrebbe essere l’occasione che potrebbe permettere al Governo in carica di fare chiarezza su questo punto e, se lo ritenesse opportuno, di intervenire a livello normativo”, aggiunge Tagliaferri.

“Tutte le affermazioni circolate in questi ultimi giorni inerenti decisioni prese dall’attuale amministrazione e presunte quanto oscure volontà, e addirittura imposizioni, di proporre variazioni della carne offerta nelle mense scolastiche in base al tipo di macellazione sono totalmente infondate, divulgate con il chiaro intento di strumentalizzare, ancora una volta, questioni alimentari che riguardano i bambini”, conclude l’assessora all’Istruzione.