Andrea Cozzolino cambia versione, mischia le carte, si dichiara innocente e dice di rinunciare ufficialmente all’immunità parlamentare. Nel corso del suo intervento di fronte alla commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri), chiamata a decidere sulla revoca dell’immunità per lui e per l’altro membro della plenaria di Strasburgo finito nelle carte della Procura federale belga per lo scandalo delle presunte mazzette in Ue, Marc Tarabella, il politico sospeso dal Partito Democratico e attualmente nel gruppo dei ‘Non iscritti’ offre la sua versione e, allo stesso tempo, si contraddice.
Lo fa quando affronta il tema della ormai nota mail da lui inviata poco prima del voto di novembre sul Qatar, a Strasburgo, nella quale invitava tutti i colleghi in Parlamento a schierarsi contro una parte della risoluzione che sottolineava la gravità della situazione dei diritti umani nell’emirato del Golfo in vista dei Mondiali 2022. Quella mail, disse in una prima intervista a Ilfattoquotidiano.it, quando il suo coinvolgimento si limitava a una perquisizione nell’ufficio di Francesco Giorgi, suo assistente indagato dai giudici belgi, era “una posizione politica che ho espresso all’interno del gruppo dei Socialisti e Democratici”. Oggi, però, da quella mail prende improvvisamente le distanze: “Il testo della mail inviata dal mio indirizzo prima della votazione al testo sul Qatar è stato preparato e diffuso senza il mio preventivo assenso dal mio ex collaboratore Francesco Giorgi”, ha dichiarato di fronte ai colleghi ricordando di aver “votato a favore degli emendamenti più significativi proposti al testo che stigmatizzava la condotta del Qatar”. È quantomeno insolito che un collaboratore si prenda la briga di inviare una mail firmata dal suo datore di lavoro, un eurodeputato, facendola partire dalla casella istituzionale del membro del Parlamento senza che il diretto interessato ne sappia niente. Anche perché, come lo stesso Cozzolino volle sottolineare nel corso dell’intervista con Ilfattoquotidiano.it, “non ho percepito una qualche forma di pressione da parte del mio collaboratore”.
Un cambio di posizione netto del quale, almeno da quanto si apprende, i membri della commissione non gli hanno chiesto conto. Netto come la posizione assunta proprio nel testo della mail finita nelle caselle di posta di numerosi membri del Parlamento Ue a poche ore dal voto sul Qatar: “In vista del voto di oggi sulla situazione dei diritti umani nell’ambito della Coppa del Mondo Fifa in Qatar, vorrei ribadire la mia posizione manifestata all’incontro del gruppo di ieri chiedendovi di votare contro la seconda parte del recital A nel voto disgiunto – si legge – Questa sostiene che la Coppa del Mondo è stata assegnata dalla Fifa al Qatar grazie ad abusi e corruzione. Il Parlamento europeo non dovrebbe accusare un Paese senza prove emerse da indagini delle competenti autorità giudiziarie”.