"Re Giorgio" si è abbandonato alla creatività, lasciandosi ispirare dalla Commedia dell'arte e dal mondo del teatro del Cinquecento italiano, subendo la fascinazione fanciullesca di Arlecchino. Ecco quindi che, con la sua inconfondibile mano, ha tradotto queste suggestioni in un gioco di forme, texture e colori che celebra quel milieu culturale veneziano che tanto ha influenzato le arti
Le note leggiadre e potenti dei violini delle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi riempiono lo spazio. Gli abiti tempestati di cristalli e paillettes irradiano nella sala riflessi colorati all’incedere delle dame, mentre l’aria gelida è intrisa di un avvolgente profumo dalle note legnose. Potremmo essere a un ballo di carnevale in uno dei sontuosi palazzi rococò veneziani, tra stucchi dorati, specchi e candelabri, e invece siamo alla Garde Républicaine di Parigi, la sede della gendarmeria francese e del Ministero dell’Interno, dove Giorgio Armani ha presentato la sua nuova collezione di Alta Moda Privé, così barocca e leziosa. Ed è proprio questo contrasto tra l’architettura austera e rigorosa del complesso e la leggerezza iridescente degli abiti in passerella ad esaltare la bellezza delle sue creazioni senza renderle stucchevoli.
“Rondò Armaniano” è il nome scelto per questa collezione che trasporta in epoche lontane, suggerisce viaggi onirici e feste d’altri tempi. L’ossatura di ferro che regge la volta a vetri della grande sala dove ci troviamo si riflette nelle linee nero notte che scandiscono il motivo a losanghe emblema di questa Haute Couture PE23. “Re Giorgio” si è abbandonato alla creatività, lasciandosi ispirare dalla Commedia dell’arte e dal mondo del teatro del Cinquecento italiano, subendo la fascinazione fanciullesca di Arlecchino. Ecco quindi che, con la sua inconfondibile mano, ha tradotto queste suggestioni in un gioco di forme, texture e colori che celebra quel milieu culturale veneziano che tanto ha influenzato le arti.
Il rosa cipria, il verde chiaro, il lilla e l’azzurro sono i colori portanti della palette acquerellosa che caratterizza la collezione. I toni sgargianti della veste a losanghe di Arlecchino si fanno qui più intimi e sofisticati, ne catturano lo spirito più composto, introspettivo, a tratti malinconico. I tagli sartoriali e la matericità di questi tessuti plasmati dalle sapienti mani di artigiani scandiscono le silhouettes longilinee e sinuose, in un tripudio di rococò-glam che fa brillare di luce propria questi abiti da sogno. L’idea della luminosità continua poi nelle piccole gorgiere bianche che incorniciano il volto, un dettaglio vezzoso che Armani si è concesso in questa collezione barocca. “L’haute couture è per abiti speciali, per occasioni speciali, è creatività allo stato puro“, ricorda lo stilista mentre sfilano abiti-gioiello che sono un vero omaggio alla quintessenza della couture parigina.
“L’Alta Moda è un sogno e tale deve restare, è un modo per nutrire la fantasia e il sentimento – sottolinea Armani -. Con questa collezione non volevo parlare del lato più scontato del carnevale e della festa, ma coglierne l’aspetto più sognante, trasmettendo delle emozioni. Tutto appare misurato e calmo, armaniano appunto, ed è la luce a incantare lo sguardo“. Lo spirito romantico della collezione ci spinge a danzare fino all’alba, ad abbandonarci alla gioia di vivere più pura. E quando alla fine, si spengono le luci della passerella e sfuma la bellezza penetrante di questa rinnovata eleganza armaniana fatta di lustrini, velette e sottili ricami, ci sovviene un pizzico di quella malinconia che avvolge l’animo quando la festa volge al termine nel cielo arriva “Aurora dalle dita di rosa”.