Le condizioni di Alfredo Cospito, il 57enne detenuto anarchico che dal 20 ottobre scorso è in sciopero della fame contro il 41-bis, sono “in lento peggioramento”. Lo comunica il suo medico di fiducia, Angelica Milia, che lo ha visitato nel carcere di Sassari. In collegamento con Radio Onda d’urto, rispondendo a una domanda sulla possibilità che Cospito rischi la vita, la dottoressa ha risposto: “Sì, secondo me sì“. Il quadro, ha spiegato, “può cambiare da un momento all’altro. Nel momento in cui supera il catabolismo glicemico lui rischia”. Specificando che si sono ridotti i livelli di emocromo, linfociti, leucociti, “tutti quei globuli che servono per la lotta contro le infezioni. “L’ho trovato abbastanza male, la sua termoregolazione è andata. Ha quattro-cinque maglie addosso, tre paia di pantaloni, ha sempre freddo. Non ce la fa più ad uscire e camminare nell’ora d’aria, si sente molto debole tanto che sta utilizzando la sedia a rotelle a questo lo avvilisce molto. Tutti i valori sono in calo, c’è il rischio di edema cerebrale“, ha riferito Milia.
Il medico ha raccontato inoltre che mercoledì sera, “si è fatto una doccia intorno alle 23.30, è caduto a terra per ipotensione, è caduto con la faccia e ha riportato una frattura scomposta al naso e ha perso molto sangue”. Al Pronto soccorso “gli hanno rimesso a posto la frattura e gli hanno dato antidolorifici”, ma “ha le piastrine molto basse e anche un piccolo taglio può provocare una forte emorragia che, viste le sue condizioni generali di salute e il fatto che non si stia alimentando da cento giorni, può avere conseguenze gravissime. La prossima visita”, ha concluso Milia, è fissata “per il prossimo giovedì, a meno che non ci siano altre necessità. Io sono in costante contatto con i colleghi del carcere. Ha perso altri due chili, non tantissimo rispetto ai giorni precedenti”. La decisione della Cassazione sulla revoca del regime di carcere duro arriverà solo tra tre mesi, il 20 aprile. Una data alla quale Cospito però potrebbe non arrivare: “Il 20 aprile Alfredo sarà morto, un’attesa così lunga non è compatibile con le sue condizioni”, aveva avvertito la dottoressa.