Il fascicolo del pm Polizzi e dell’aggiunto Romanelli al momento è a carico di ignoti e ipotizza una presunta appropriazione indebita. L'inchiesta parte da un esposto dell’ex socio di minoranza Blue Skye, che aveva denunciato "opacità" nel passaggio di proprietà, riguardo a un presunto pegno tra Elliott e la compagnia lussemburghese
La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulla vendita del Milan. Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza sta effettuando acquisizioni nell’ambito di un’indagine sul passaggio dal fondo Elliott a RedBird di Gerry Cardinale dell’agosto scorso. Il fascicolo del pm di Milano Giovanni Polizzi e dell’aggiunto Maurizio Romanelli al momento è a carico di ignoti e ipotizza una presunta appropriazione indebita. Da quanto trapela, le acquisizioni non toccano Casa Milan. “Qui non si è visto nessuno – fa sapere il club – e comunque non abbiamo alcun commento anche perché sembrerebbe una vicenda che riguarda la proprietà, attuale e passata, e l’ex azionista Blue Sky”.
L’indagine infatti parte da un esposto dell’ex socio di minoranza nella gestione del club, la lussemburghese Blue Skye. Esposto sulla vicenda di un pegno già contestata anche in altre sedi. Quando a inizio giugno 2022 il Milan è passato di mano, con la cessione da Elliot a un altro fondo americano, RedBird di Gerry Cardinale, per una cifra complessiva intorno a 1,2 miliardi di euro, Salvatore Cerchione si dimise in polemica dal Cda e minacciò una causa in tribunale, denunciando “opacità nel processo di vendita”.
Cerchione e Gianluca D’Avanzo con la Blue Skye Financial Partners, compagnia di diritto lussemburghese specializzata in operazioni finanziarie, detenevano all’epoca della vendita il 4,27% di Project Redblack, la “scatola” a cui era riconducibile il Milan. Lo scorso settembre Blue Skye – attraverso i legali Maurizio Traverso, Emanuele Breggia e Federico Cerboni nell’udienza davanti al tribunale civile di Milano -, aveva rinunciato al ricorso cautelare d’urgenza essendosi già perfezionata la vendita del club rossonero, ma sarebbe rimasto pendente un procedimento civile, avviato sempre da Blue Skye, contro Elliott, che riguarda un capitolo della vicenda, in particolare appunto un pegno.
Cerchione, che aveva affidato la sua denuncia alle prestigiose pagine del Financial Times, aveva spiegato di non aver “mai saputo di una vendita“. Cerchione sosteneva di avere una sorta di veto sulla trattativa in virtù della sua quota di minoranza, o comunque il diritto a essere interpellato, cosa che a suo dire non sarebbe avvenuta. Blue Skye si lamenterebbe quindi di non aver mai avuto notizie sulla vendita e avrebbe quindi contestato una condotta fraudolenta ai loro danni dalla vendita della società rossonera da Elliott a RedBird.
Nel 2017 Blue Skye e il gruppo Elliott stipulano una partnership che riguarda il club rossonero: Rossoneri Sport acquisisce la quasi totalità del capitale sociale del Milan tramite un finanziamento ricevuto da Project RedBlack, di cui è socio di minoranza Blue Skye e socio di maggioranza il gruppo Elliot. A ‘saldare’ il patto è anche un pegno che viene disatteso, secondo quanto emergerebbe nell’esposto, con la scelta di Elliott di vendere a Redbird, scelta che garantirebbe al fondo Usa di restare con una partecipazione nella società calcistica, di ottenere una plusvalenza nel caso il club sia messo sul mercato e di continuare ad avere voce in capitolo nella società di serie A. La vendita è stata decisa “agendo in modo palesemente abusivo e fraudolento” a dire dell’ex socio di minoranza che lamenta “un rilevante atto distrattivo (rinuncia al pegno e a parte del proprio credito verso Rossoneri Sport)”, tanto che Blue Skye si è rivolta alla giustizia anche in Lussemburgo e negli Stati Uniti lamentando la frode che avrebbe subito.
I nomi di Cerchione e D’Avanzo sono già noti alle cronache e agli appassionati: sul loro ruolo nell’operazione che traghettò il Milan dal cinese Yonghong Li a Elliott, e poi sulla loro reale posizione in società, in passato si sono scatenate inchieste giornalistiche e congetture, sempre smentite dalla proprietà rossonera e ricondotte a una normale partnership di minoranza. Quel che è certo è che Cerchione è un socio storico di Elliott, con cui ha lavorato anche in altre operazioni oltre il Milan.