La notizia dell’invio di Leopard tedeschi in Ucraina ha sbloccato l’impasse sull’utilizzo di questi moderni carri armati. L’ok di Berlino implica che anche altri paesi che dispongono di carri tedeschi (la Germania ha un diritto di veto sull’utilizzo in altri scenari) possano dare semaforo verde alle spedizioni verso Kiev. A beneficiare di questa svolta è anche l’azienda che questi armamenti li costruisce, ovvero la tedesca Rheinmetall. Il titolo della società ha raggiunto una quotazione record (224 euro) alla borsa di Francoforte, dopo avere più che raddoppiato il suo valore nell’ultimo anno (+ 150%). La spinta al rialzo è cominciata con lo scoppio del conflitto, ormai poco meno di un anno fa. Il gruppo tedesco ha amplificato il trend positivo che ha coinvolto molti dei più grandi produttori di armi del mondo come le statunitensi Lockheed Martin (+ 16% in un anno) o Northrop Grumman (+ 14%) o l’italiana Leonardo (+ 52%).
Rheinmetall ha ora un valore di borsa di 9,7 miliardi di euro. Oltre ai Leopard l’azienda costruisce numerosi veicoli corazzati e carri come i Panther, i Lynx e i Puma. Nel catalogo ci sono anche droni e vari sistemi di difesa. Martedì scorso la società ha alzato le sue previsioni di ricavi per il 2025 di circa un miliardo di euro, in conseguenza dell’accresciuta domanda di armamenti che deriva dalla guerra in Ucraina. Il numero uno del gruppo Armin Papperger ha anche invitato il governo tedesco a procedere in modo spedito con i suoi piani di riarmamento, operazione per cui Berlino ha stanziato 100 miliardi di euro. “L’intera industria tedesca è pronta per far fronte a questo impegno. Le risorse ci sono, le persone ci sono, abbiamo anche il know-how”, ha detto Papperger. Finora Rheinmetall ha fornito all’Ucraina sistemi di difesa aerea e vari tipi di munizioni, camion militari e un ospedale da campo. Un portavoce della compagnia ha detto che l’azienda sarebbe in grado di consegnare 139 Leopard a Kiev, se necessario.
Alla domanda su quanto guadagna la società dai carri armati Leopard 2, ha affermato che Rheinmetall mirava a un margine di profitto al lordo delle imposte di almeno il 10%. “Stiamo lavorando per la sicurezza nazionale ed europea – e questo include prezzi equi”, ha detto Papperger. Il gruppo ha chiuso i primi 9 mesi del 2022 con ricavi in aumento da 3,8 a 4,2 miliardi e utili raddoppiati da 108 a 220 milioni di euro. I principali azionisti della società sono le statunitensi Harris associates (11,6%), Wellington Management (5%), Capital Research (5%) e Fidelity (2,9%). Tra i soci anche la banca centrale norvegese che possiede una quota del 2,8%.