Il viceministro degli Esteri sostiene che la proposta non riguarda nello specifico la prostituzione. L'esecutivo prende le distanze
Spunta una proposta di legge del viceministro Fdi Edmondo Cirielli per una stretta sugli atti osceni in luogo pubblico. L’obiettivo sarebbe quello di modificare il codice penale ripristinando il carcere per questo tipo di reato. Un provvedimento che però, si sono affrettati a far sapere dalla maggioranza, “non rientra nell’agenda dell’esecutivo”. Quindi, almeno per ora, non vedrà l’appoggio del governo Meloni. Così come, ad esempio, le quattro proposte di legge per limitare l’accesso all’aborto.
L’iniziativa di Cirielli prende di mira un presunto “degrado morale” che affliggerebbe “la collettività” e, naturalmente, dice di voler “rafforzare la sicurezza dei cittadini”. “Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, si mostra nudo o compie atti osceni è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni”, si legge nel testo depositato alla Camera il 13 ottobre 2022, che modifica l’articolo 527 del codice penale.
Il viceministro degli Esteri e deputato di Fdi, interpellato dall’Adnkronos, ha difeso il provvedimento e sostenuto che la proposta non riguarda nello specifico la prostituzione: “La mia proposta, presentata a inizio legislatura, prevede la ri-penalizzazione degli atti osceni in luogo pubblico, che erano stati de-penalizzati dal ministro Orlando. Sicuramente in passato il reato di atti osceni in luogo pubblico riguardava anche i casi di prostituzione. Ma una cosa è imboscarsi, un’altra mettersi su una strada, rendersi ‘visibile’ in un luogo chiaramente esposto al pubblico. La Cassazione ha chiarito questo aspetto”. E quando deve spiegare l’obiettivo della sua proposta, Cirielli arriva a sostenere che “ci sono purtroppo molti stranieri che si lavano nudi nelle fontane, ci sono persone malate che vanno davanti alle scuole e si masturbano. Per noi quello è un reato”. La proposta di legge prevede inoltre la reclusione “da due a sei anni” se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e aumenta la sanzione amministrativa pecuniaria fino a 500 euro se il fatto avviene per colpa.