Per un gran numero di agricoltori la cancellazione automatica delle cartelle sotto i mille euro, uno dei tanti condoni inseriti nella legge di Bilancio del governo Meloni, non sarà un vantaggio ma “un enorme danno“. Che sfocerà nello stralcio di “uno o più anni di contributi“, con relative ricadute sulla futura pensione. A lanciare l’allarme è stato Nicola Antonio Sichetti, presidente dei centri di assistenza fiscale di Cia Agricoltori Italiani. Non è solo un’ipotesi: la stessa cosa è accaduta nel 2018, quando lo stralcio del governo Conte 1 “ha messo in crisi tanti lavoratori autonomi ed in particolare quelli del comparto agricolo”.
Il punto è che “i contributi Inps di quei lavoratori autonomi non sono ‘frazionabili’: se per un qualunque problema o per una dimenticanza non hanno versato l’intero importo, anche se la differenza ammonta a pochi euro rispetto a quanto richiesto dall’Inps, un intero anno contributi non viene accreditato”. Ora quella differenza sarà automaticamente cancellata per effetto della manovra. Lo stesso problema si è posto nel 2018, e si riproporrà, anche per chi aveva in corso una rateizzazione del debito: “Le rate rimaste da pagare sono state stralciate e quei coltivatori diretti o Iap hanno perso anni di contributi”.
L’Inps, su sollecitazione della Cia Agricoltori Italiani, aveva chiesto al Ministero del Lavoro un intervento che salvaguardasse gli agricoltori, ma senza ottenere nulla. “La risoluzione del problema sarebbe semplice”, secondo il Caf Cia. “Condizionare l’accettazione dell’interessato al saldo e stralcio. Soluzione che non cambierebbe la portata dell’intervento, salvando i diritti di molti cittadini”.