Dal rapporto con il compagno, il giornalista di Mediaset Andrea Giambruno, appunto, al suo ruolo di madre, fino alle critiche e ai pregiudizi che costantemente la prendono di mira; la leader di Fratelli d'Italia mostra il suo lato più intimo e privato in un'intervista a Donna Moderna
“Solo gli uomini poco sicuri di se stessi e che hanno una visione distorta della donna vivono con fastidio la possibilità di aver al loro fianco una moglie o una compagna con una posizione più importante. Andrea (Giambruno, ndr) non rientra in questa categoria”. Così dice la premier Giorgia Meloni in un’accorata intervista a Donna Moderna in cui si racconta a cuore aperto, tracciando un bilancio dell’impatto che questi primi 100 giorni da Presidente del Consiglio hanno avuto sulla sua vita privata. Dal rapporto con il compagno, il giornalista di Mediaset Andrea Giambruno, appunto, al suo ruolo di madre, fino alle critiche e ai pregiudizi che costantemente la prendono di mira; la leader di Fratelli d’Italia mostra il suo lato più intimo e privato. Come quando rivela alcuni retroscena sulla figlia Ginevra: “Quando abbiamo vinto le elezioni mi ha scritto un biglietto: ‘Cara mammina, sono tanto felice che hai vinto. Ti amo tanto’. È stato un colpo al cuore, mi ha emozionato tantissimo. Ginevra non ha compreso benissimo quello che è successo, ma ha capito che ora la mamma fa un lavoro molto importante, che è più impegnata di prima e che spesso non può essere con lei. Ma è una bambina molto paziente e sa che faccio tutto questo per lei. Poi a volte mi rimprovera per le mie assenze, e il mio cuore diventa una nocciolina. In ogni caso, cerchiamo di farla crescere tranquilla, proteggendo la sua infanzia e la sua intimità, evitando di farle vivere situazioni non adatte a una bambina della sua età. Trasferirsi a vivere a Palazzo Chigi, per esempio, sarebbe stata una di queste. Voglio che Ginevra faccia una vita normalissima. Faccio il possibile per accompagnare mia figlia a scuola, quando riesco, e per tornare a casa alla sera per metterla a dormire, come ho cercato di fare sempre. Leggerle i libri, giocare e parlare prima che si addormenti è la nostra tradizione. Per questo cerco di limitare al massimo le notti fuori casa”, spiega Meloni.
“La mia vita è diventata più frenetica, ma non meno entusiasmante – prosegue la premier -. Certo, questo ha reso ancor più complicato riuscire a conciliare famiglia e lavoro, ma cerco di mettercela tutta per ritagliarmi più tempo possibile per stare con Ginevra. A volte riesco di più, altre meno, ma ho la fortuna, che tantissimi altri genitori in Italia non hanno, di poter contare su diverse persone che mi danno una mano. Andrea è un padre straordinario, estremamente presente e attento, e sa arrivare dove io non riesco. Poi ci sono mia sorella Arianna, i nonni di Ginevra, la mia assistente Patrizia che risolve mille problemi, la tata di Ginevra, Betty, che ormai è parte della famiglia: sono insostituibili, e insieme a me fanno i salti mortali per stare dietro a tutto. È un po’ come essere dentro un grande frullatore. Palazzo Chigi è una macchina che lavora h24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Non ci si ferma mai. […] Il rischio è quello di essere completamente assorbiti, essere risucchiati del tutto, senza lasciare spazio a se stessi e alla famiglia”. Da prima della classe si sente mai non all’altezza? “E una sensazione che conosco bene. Sono cresciuta con l’idea di non meritare nulla. Non mi sento mai pronta e ho sempre paura di non essere all’altezza. Ma credo che questa paura sia anche la mia forza. E quello che mi spinge a non smettere mai di studiare, a essere così pignola e a voler dimostrare anche più di quello che a volte sarebbe necessario”. Questo, però, non la rende schiava dei giudizi altrui: “Diciamo che sono una che agli insulti e alle critiche, anche le più feroci e cattive, è abituata. Infatti rispondo solo di rado. Rispondo più volentieri alle critiche, soprattutto quelle surreali, come ho fatto quando si è aperto il dibattito perché avevo portato con me Ginevra al G20 di Bali. Non credo che gli opinionisti o altri politici debbano sindacare anche su come crescere mia figlia”. Infine, alla domanda se soffrisse della cosiddetta ‘Sindrome dell’impostore‘, replica: “Preferisco una parola straordinaria che usano i greci: meraki, fare qualcosa con tutto te stesso, con tutta la tua passione e con tutta la tua anima”.