“Noi vogliamo sapere se c’è l’intenzione di limitare le intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali per quanto riguarda i reati di corruzione, concussione e peculato. Reati che troviamo sempre più nelle indagini di mafia”. Sono le parole del capo della Procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, a margine di un incontro con gli studenti a Milano organizzato dal consigliere regionale Luigi Piccirillo, dal gruppo Agende Rosse, dalla Rete antimafie Martesana e dall’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli. Gratteri si rivolge così al governo e in particolare al ministro della Giustizia Nordio, autore nelle ultime settimane di diverse esternazioni sul tema intercettazioni.
Commentando l’ultima inchiesta coordinata dalla sua Procura, Nicola Gratteri parla anche dei legami tra massoneria e criminalità organizzata. Argomento tornato alla ribalta con l’arresto di Matteo Messina Denaro. Non volendo entrare nel merito di quest’ultima vicenda (perché, dice Gratteri, “non sono un esperto di Cosa Nostra”) il procuratore capo di Catanzaro ricorda come “nella ‘ndrangheta c’è una dote che è la Santa dove è codificato che vertici locali della ‘ndrangheta possono essere anche santisti e quindi avere la doppia affiliazione nella massoneria deviata. Quindi Capirete – aggiunge Gratteri – quanti quadri della pubblica amministrazione e mondo delle professioni si trovano in queste logge massoniche deviate”.