La decisione di re Carlo è definitiva. Per Andrea non c’è più posto a Buckingham Palace. Il fratello deve traslocare. Portandosi via anche i celebri 72 peluche che ha collezionato nella sua vita. Dopo la tempesta del libro di Harry, “Spare”, il monarca non vuole che nuovi scandali possano abbattersi sulla Corte, rischiando di compromettere ancora di più il prestigio della Casa Reale. Il problema non sono ovviamente i pupazzetti di stoffa, ma un’abitudine che Andrea non ha mai perso. Nemmeno dopo la batosta seguita al caso di Virginia Giuffre e degli incontri quando lei era minorenne negli appartamenti del finanziere Jeffrey Epstein. Perché ancora oggi Andrea, rivela The Times, non ha perso l’abitudine di accogliere avvenenti modelle a casa sua e non soltanto per offrire loro il tè.
E’ un viavai che non è passato inosservato e ha convinto Re Carlo a prendere una decisione estrema: allontanare Andrea dalla residenza simbolo della monarchia. La “punizione” non è però troppo severa. Carlo ha spostato il duca di York a St. James’s Palace, un’altra residenza reale. Andrea inoltre ha mantenuto la sua villa di 31 stanze al Royal Lodge di Windsor. “Anche se l’appartamento di uno scapolo a St. James’s non ha lo stesso fascino di Buckingham Palace”, ha fatto notare una fonte riservata al Sun. E’ passato quasi un anno dalla bufera rappresentata dall’accordo extra giudiziale raggiunto dal principe con la sua accusatrice, Virginia Giuffre. Lei aveva raccontato che Epstein e la sua compagna di allora Ghislaine l’avevano “venduta” quando aveva solo 17 anni al terzogenito di Elisabetta.
Per evitare il processo, Andrea ha pagato 12 milioni di sterline. Stop a un procedimento pubblico che sarebbe stato devastante. Ma la sua immagine è uscita lo stesso distrutta. Privato di incarichi pubblici e titoli reali, rischia di perdere anche quello di duca di York, che potrebbe non conservare. Gli abitanti di quella città, infatti, non gradiscono di essere accostati a lui. Ma perché oggi rispunta anche la storia dei 72 peluche? Non soltanto per “condire” la notizia sulle pagine della stampa popolare. La presenza dei pupazzetti, nel pieno del caso Giuffre, divenne anche occasione di scherno e di dileggio pubblico per Andrea. I media lo avevano messo alla berlina. Con tutta una serie di dettagli rivelati da Charlotte Briggs, che ha lavorato a Buckingham Palace negli anni Novanta e aveva raccontato al Sun: “Ero appena stata assunta e subito mi hanno detto dei peluche”.
Tra i 72 Andrea predilige quelli degli orsacchiotti vestiti da marinaretti. Tutti quei pupazzetti di pezza devono circondarlo quando dorme. E tutti devono essere collocati secondo una schema ben preciso. Uno deve essere collocato sulla spalliera del letto, sul lato sinistro. Su quello destro devono essere sistemati i due ippopotami. A metà della spalliera deve svettare una pantera nera. Un errore avrebbe scatenato conseguenze nefaste: il principe dava in escandescenze, se ogni peluche non era esattamente nel posto voluto. Un vero e proprio protocollo, che dura almeno un’ora e che richiede l’impiego di due persone del personale di servizio.
La fissazione di Andrea non è mai stata un mistero. La rivelò lui stesso del 2010: “Ho sempre collezionato orsacchiotti di peluche. Quando ero in Marina avevo l’abitudine di comprare pupazzi ovunque andassi e ne ho una collezione di vari pezzi provenienti da tutto il mondo”. Ma nel momento critico seguito alle accuse della Giuffre, anche gli incolpevoli peluche erano diventati protagonisti. Prima dell’accordo i legali dell’accusatrice avevano chiesto al giudice di ritrovare gli scontrini d’acquisto dei pupazzi: potevano diventare una prova di viaggi, incontri e regali tra Andrea, Epstein e la compagna Ghislaine Maxwell.