L'imputato sarà sottoposto a perizia psichiatrica. Una valutazione che lo definisce "incapace" di intendere e volere al momento dei fatti, è stata depositata oggi in aula dalla difesa. Il pm Martina Melita, titolare del fascicolo di indagine sul duplice omicidio e tentato omicidio, ha dato consenso ad una perizia super partes
A 4 mesi dal suo rientro a casa dopo essere stato a lungo ricoverato Nicolò Maja ha chiesto di vedere il padre, Alessandro Maja, il geometra accusato di aver ucciso sua moglie e sua figlia nella notte tra il 3 e il 4 maggio scorso a colpi di martello. “Nicolò vuole vedere suo padre, lo porterò sicuramente alla prossima udienza” ha ha detto Giulio Pivetta, il nonno del 24enne che fu gravemente ferito dal padre. Il nonno di Nicolò, sopravvissuto alla strage di Samarate, ha parlato a margine dell’udienza in Corte d’assise a Busto Arsizio (Varese). Poi ha spiegato di aver ricevuto alcune lettere da parte di Alessandro Maja nelle quali ha chiesto come sta il figlio: “Gli risposto con una lettera, voglio sentirgli spiegare il perché, e sapere a chi si riferiva quando, al momento dell’arresto, ha detto ‘li ho uccisi tutti bastardi”.
Maja, interior designer, sarà sottoposto a perizia psichiatrica come deciso dai giudici. Una valutazione psichiatrica che lo definisce “incapace” di intendere e volere al momento dei fatti, è stata depositata oggi in aula dalla difesa. Il pm Martina Melita, titolare del fascicolo di indagine sul duplice omicidio e tentato omicidio, ha dato consenso ad una perizia super partes decisa dalla Corte. Concorde anche l’avvocato di parte civile, Stefano Bettinelli, che ha chiesto il dissequestro della villetta della tragedia. L’incarico verrà affidato il prossimo 17 febbraio.