"Non vorrei dire cose sbagliate. L’utero non si è contratto e ha provocato un’emorragia gigante. Ma sembrava una cosa più semplice, poi invece non smetteva"
Dopo la grande paura, ora Alice Campello può tirare un sospiro di sollievo e raccontare cos’è successo in sala parto durante la nascita della sua quarta figlia Bella. L’influencer aveva infatti tenuto tutti con il fiato sospeso: sui social aveva annunciato di esser pronta per sottoporsi al cesareo poi per un paio di giorni non si erano più avute sue notizie. “La mamma purtroppo dopo il parto che è andato benissimo, ha avuto delle complicazioni che ci hanno fatto spaventare molto. Alice è forte e un po’ alla volta si sta recuperando. Ora si trova nella terapia intensiva di Clinica Universidad de Navarra e si stanno prendono cura di lei dei medici meravigliosi”, aveva scritto sui social il 10 gennaio il marito di Alice, Alvaro Morata. Adesso Alice è pronta ad affrontare la vita in modo diverso perché quello che ha vissuto “è stata una lezione di vita”. E ha scelto il salotto di Silvia Toffanin a Verissimo per raccontare per la prima volta quei terribili momenti.
“Io non ho visto la bambina praticamente. L’ho vista un secondo e poi non l’ho più vista. Quando mi sono svegliata, non avevo la forza, ero debolissima. Ci sono tante cose che Alvaro mi ha raccontato, ma io ero in choc, non mi ricordavo. Oggi mi sento molto sensibile e mi sento comunque bene e fortunata, molto fortunata. Mi sono resa conto di quante persone mi vogliano bene e hanno pregato per me”, ha spiegato durante la puntata andata in onda ieri, 28 gennaio. Quello che doveva essere un giorno felice, di gioia per la nascita della loro bambina si è trasformato in poco tempo in un momento che non dimenticherà facilmente: “Il parto è andato molto bene è stato il più bel parto, cesareo, non avrei potuto scegliere altro. Il problema è venuto dopo quando sono uscita, avevo anche la bambina in braccio, ho iniziato a sentirmi male, ho l’immagine nella mia testa di me che alzo la coperta e vedo un’emorragia“, inizia a raccontare la giovane influencer e modella. Proseguendo poi: “La prima preoccupazione è stato Alvaro, io mi stavo preoccupando per lui, ho visto la sua faccia, l’ho visto sbiancare, da lì non mi ricordo più nulla, erano le 10 di mattina e mi sono risvegliata alle 10 di sera, sono stata in sala operatoria, mi hanno intubata. Ora mi immagino loro, le persone che mi vogliono bene, che in quelle ore si sono immaginate qualsiasi cosa. Mio padre per la prima volta l’ho visto molto provato, mia madre era distrutta. È stata con me 15 giorni a Madrid e mi ha aiutato molto”.
Di quei momenti così critici la Campello non ricorda molto se non che “ho avuto 17 trasfusioni di sangue, l’emorragia non si fermava più. Era molto grande, ma poco alla volta è diminuita. E i medici hanno cercato di fermarla. In quelle ore non ci sono riusciti. Iniziavano a finire le idee. Mi hanno inserito un palloncino dentro l’utero, hanno aspettato fino alle due di pomeriggio del giorno seguente. Se il sangue non si fosse fermato avrebbero dovuto togliermelo, altrimenti sarei morta. Adesso vedo le cose diversamente. I bambini hanno avuto la sensibilità di capire quello che è successo, anche se non glielo abbiamo spiegato. Mi chiedono se sto bene ogni tre secondi. Perché è successo? Non vorrei dire cose sbagliate. L’utero non si è contratto e ha provocato un’emorragia gigante. Ma sembrava una cosa più semplice, poi invece non smetteva“.
Passata la paura, Alice si dice essere estremamente grata alla vita e a ciò che le ha donato. Dopo la brutta esperienza ha imparato ad apprezzare la vita ancora di più, a vedere le cose sotto una luce diversa ma soprattutto si dice fiera e felice per l’arrivo della prima figlia femmina: “La guardo e ancora non ci credo. Non è possibile, l’ho desiderata talmente tanto. È la prima bambina dopo tre maschietti, me lo sono meritata. Sono felicissima. Da bambina sognavo di diventare madre, direi che ce l’ho fatta. Ho 28 anni non ancora compiuti e ho quattro figli”. Una felicità che la Campello e Morata si meritano di avere dopo quello che hanno passato. Una felicità che non li ha abbandonati neanche nei momenti più bui.