Se per Luiz Inácio Lula da Silva è “relativamente” meno complesso – dopo la sommossa golpista bolsonarista dell’8 gennaio a Brasilia – rimuovere generali e colonnelli dal sistema di sicurezza nazionale, non sarà altrettanto semplice per il neo eletto presidente brasiliano sbarazzarsi di Roberto Campos Neto, l’ultra liberale presidente del Banco central (Bc), eletto nel precedente governo alla guida della strategica istituzione monetaria che regola sia il credito, sia i finanziamenti pubblici e privati in Brasile. È forse questa una delle antinomie più difficili da risolvere per Lula e Fernando Haddad, il ministro dell’Economia e delle finanze del neo governo di ampia coalizione petista. Lula e l’equipe economica tracciano la linea da seguire per concretizzare i progetti socioeconomici annunciati in campagna elettorale. Dovrebbero farlo in tandem con Campos Neto, un liberale purosangue che rimarrà in carica fino al 2024, anno in cui Lula potrà eleggere un uomo fidato alla guida della Bc.

L’ex presidente Jair Bolsonaro sancì, in fretta e furia nel 2021, una legge secondo cui il presidente della Bc avrà un mandato di quattro anni, ma la sua nomina non coincide più con quella del presidente della Repubblica che, di solito, designava un uomo di sua fiducia alla direzione della Banca. La nuova normativa servirebbe a garantire l’autonomia e la continuità della politica monetaria dell’istituzione e impedirebbe a un governo in carica di manipolare la politica monetaria con obiettivi populisti o elettorali. Lula sarà il primo presidente che dovrà convivere con la nuova normativa e la presenza, non certo confortevole, di Roberto Campos che influenzerà la politica monetaria e economica del nuovo governo, poiché l’istituzione determina la Selic, la tassa basica di riferimento, con cui la Bc controlla l’inflazione e influisce su tutti i tassi di interesse del Paese, come i tassi di interesse sui prestiti, finanziamenti investimenti a breve termine. Campos è stato il braccio destro di Paulo Guedes, il ministro dell’economia dell’ex presidente Jair Bolsonaro che studiò con Milton Friedman, l’ideatore dei Chicago Boys, la cui dottrina economica fu adottata rovinosamente soprattutto dai governi autoritari, tra cui quello del generale Augusto Pinochet, durante la dittatura militare in Cile.

L’irritazione di Lula nei confronti di Campos Neto si è concentrata anche per il suo silenzio dopo i fatti dell’8 gennaio. Un problema che il presidente della Bc ha cercato di ribaltare, condannando con quasi due settimane di ritardo il movimento golpista. É chiaro che non corre buon sangue tra Lula e Campos. La loro relazione diventa ogni giorno più complessa, soprattutto dopo che Haddad ha ricevuto dal presidente della Bc una lettera, in cui spiega le ragioni perché la meta d’inflazione, per ben due anni consecutivi, non è stata rispettata dal governo Bolsonaro. La comunicazione annuncia misure draconiane monetarie da parte di Campos che dovrà agire sulla Selic, per frenare l’inflazione, proprio quando Lula e Haddad vorrebbero tassi d’interesse più bassi, per incentivare gli investimenti pubblici e privati e scongiurare il rischio di una catastrofica recessione economica al Brasile che, secondo il programma sociale federale CadUnico, ha già il 23 per cento della popolazione che dichiara di non avere rendita sufficiente per sopravvivere. Lula deve fare ripartire a tutti i costi l’economia, per diminuire la miseria e una crisi aggravata da un’inquietante polarizzazione dell’estrema destra brasiliana, disposta a tutto, per tornare al potere con, o senza, l’ex capitano Bolsonaro.

La lettera di Campos inviata ad Haddad potrebbe, però, diventare l’asso nella manica per rimuovere lo scomodo presidente della Bc. Se dovessero emergere delle improprietà realizzate dal presidente della Bc negli anni in cui le mete d’inflazione non sono state rispettate, Campos, come afferma la legge, potrebbe essere esonerato. Se questa ipotesi dovesse avvenire e Lula accettasse la richiesta del ministro Haddad di dimettere Campos, la rivendicazione, comunque, dovrà essere discussa e votata al senato, dove la maggioranza dei senatori sono d’estrema destra e bolsonaristi. Il senato e la camera sono una spada di Damocle per il governo Lula che, nonostante per governare conti su alleanze estremamente allargate, avrà difficoltà per mantenere un’agenda realmente progressista. Ma le scaramucce tra il Lula e Campos sono definitivamente iniziate proprio durante gli inquietanti moti bolsonaristi di Brasilia: nella prima intervista rilasciata da Lula il 18 luglio a GloboNews, subito dopo l’attacco golpista, il presidente ha criticato l’indipendenza del Banco Central, considerandola una “bobagem”, un’idiozia. Non sono stati molti a fare caso alla dichiarazione del presidente, dato che erano tutti attenti alle sue dichiarazioni dirette ai militari, ma la frase è stata invece percepita nitidamente dagli uomini del mercato finanziario brasiliano e internazionale che hanno subito attaccato Lula e Haddad che, in quel giorno, si trovava al World Economic Forum. Il giorno dopo le dichiarazioni di Lula la borsa brasiliana è andata a picco e la valutazione del real, la valuta brasiliana, non è andata altrettanto bene.

La diatriba non è finita in Svizzera, continua oggi. Soprattutto con la storia della moneta unica che il Brasile e l’Argentina vorrebbero istituire. L’iniziativa monetaria petista non prevede una valuta unica sul modello europeo, ma una “currency” digitale che possa essere usata esclusivamente nelle transazioni commerciali tra i due paesi. L’escamotage finanziario servirebbe a fare risparmiare dollari provenienti dalle riserve monetarie, soprattutto quella argentina che, nel 2022, ha accumulato un’inflazione del 94,8 per cento. Sembra però che Campos Neto sia più interessato a divulgare nel mondo il Pix, il popolare applicativo di pagamento e credito istantaneo digitale ad algoritmi usato da milioni di brasiliani. Il Pix fu inaugurato nel 2020 da Campos durante la presidenza Bolsonaro, anche se uno dei padri dell’applicativo – che ha fatto balzare il lucro delle banche brasiliane del 50 per cento in un solo anno – è stato il brasiliano Ilan Golfajn, l’ex presidente della Bc e attuale presidente del Bid, la Banca interamericana di sviluppo, un altro personaggio non proprio gradito al Partido dos Trabalhadores di Lula. Per realizzare l’applicativo con cui sono state realizzate 26 miliardi di transazioni nel 2022, l’equipe di Golfajn si ispirò all’applicativo americano Zelle della Fintech. Nel frattempo, Campos è diventato anche presidente del Consiglio consultivo delle Americhe della Banca dei regolamenti internazionali e succederà a John Williams, l’attuale presidente della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, dove il presidente Lula viaggerà il 10 febbraio per incontrare il suo omologo Joe Biden a Washington.

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