“Confermo ufficialmente che non abbiamo incontrato nessun esponente del nuovo governo. Sette anni senza Giulio, sei governi e la presa in giro rimane più o meno uguale“. Sono le amare parole di Paola Deffendi, mamma di Giulio Regeni, il ricercatore friuliano rapito e ucciso al Cairo il 25 gennaio 2016.
Ospite di Propaganda Live (La7) assieme al papà di Giulio, Claudio Regeni, Paola Deffendi si pronuncia anche sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per il quale l’Egitto collaborerà per far luce sulla morte di Giulio: “A ogni governo che abbiamo avuto possiamo accostare la parola ‘collaborazione’. Ma in realtà cambia solo lo stile: ci sono governi più mediativi e governi meno mediatici. La modalità narrativa può cambiare, però il contenuto alla fine è lo stesso. Anche perché, altrimenti, ci sarebbero stati dei risultati che invece non vediamo. Noi siamo qua. Se l’Egitto vuole collaborare, ha tutto il tempo per farlo“.

Claudio Regeni menziona il processo intentato dalla Procura di Roma ai 007 egiziani che prelevarono Giulio nel gennaio 2016 (il generale egiziano Tariq Sabir e altri tre membri dei servizi segreti del regime del Cairo, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif ). Il procedimento è stato sospeso perché i quattro sono risultati irreperibili e successivamente aggiornato al prossimo 13 febbraio: “Il processo non è finito, come vorrebbe far intendere qualcuno. Anzi, sta per iniziare“.
Paola Deffendi aggiunge: “Sappiamo che in Egitto raccontano che il processo è finito e invece deve ancora iniziare. Noi abbiamo tutta l’energia perché avvenga. Quindi, caro Egitto, datti da fare. Anche perché, come diciamo spesso, Giulio fa cose. Ma non può fare tutto lui“.

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