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Autonomia, ddl Calderoli in pre-Cdm: la bozza trasmessa ai ministeri. Intese Stato-Regioni solo dopo i Lep e per un massimo di dieci anni

L'approvazione prevista nel Consiglio dei ministri di giovedì. L’attribuzione alle Regioni delle funzioni "relative a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale" è consentita solo "subordinatamente alla determinazione" dei livelli essenziali delle prestazioni, si legge nella bozza. Le Camere hanno sessanta giorni per esaminare le intese

Il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, riforma-bandiera della Lega, sarà all’ordine del giorno del pre-Consiglio dei ministri, la riunione preparatoria, in programma domani alle 13, del Cdm che dovrebbe tenersi giovedì. Ad annunciarlo, già sabato, era stato il “padre” del ddl, il ministro per le Autonomie e gli Affari regionali Roberto Calderoli. Il testo è stato trasmesso ai ministeri ed è composto di dieci articoli, definiti dopo un tira e molla lungo mesi tra il Carroccio e Fratelli d’Italia. Il via libera al testo prima delle elezioni regionali in Lombardia, in programma per il 12 febbraio, era un obiettivo fondamentale per il partito di Matteo Salvini.

L’attribuzione alle Regioni delle funzioni previste per l’Autonomia differenziata, “relative a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione” dei relativi livelli essenziali delle prestazioni, si legge nella bozza. I livelli essenziali – i cosiddetti Lep – sono determinati con uno o più decreti del presidente del Consiglio dei ministri. Dopo l’acquisizione dell’intesa della Conferenza unificata Stato-Regioni, e comunque dopo trenta giorni, lo schema di decreto va alle Camere per il parere da rendere entro 45 giorni, trascorsi i quali il premier può adottare il decreto.

L’intesa con cui lo Stato attribuisce funzioni di autonomia differenziata a una Regione ha una durata “non superiore a dieci anni” e “può prevedere i casi e le modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione della sua efficacia, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere”. Rispetto alle bozze precedenti, lo schema di intesa va trasmesso immediatamente alla Conferenza unificata, e non dopo la sottoscrizione: lo schema di intesa definitivo va approvato dalla Regione, dopodiché, entro trenta giorni, è deliberato dal Consiglio dei ministri. I tempi per l’esame da parte delle Camere raddoppiano, passando da trenta a sessanta giorni. Si prevede che la valutazione dell’intesa spetti, oltre che al ministero dell’Economia, anche ai ministri competenti per materia.