“I giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all’altro”: la protesta contro l’applicazione del regime di 41-bis ad Alfredo Cospito ha coinvolto anche il mondo dell’arte e della cultura italiani. Attori, registi e artisti si sono uniti alle voci che sostengono la causa dell’anarchico 55enne che dallo scorso maggio sta scontando una condanna in regime di carcere duro. Da 103 giorni sta portando avanti uno sciopero della fame per protestare contro l’applicazione del regime di 41-bis. “Una lotta con il suo corpo”, la definisce l’appello inviato il 30 gennaio dagli artisti italiani al guardasigilli Carlo Nordio, “che ci chiama a ragionare sul senso di umanità e di utilità delle leggi del nostro Paese, sull’evidente dismisura tra reato e pena“.
Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Paolo Calabresi e gli altri firmatari sostengono che la condanna comminata a Cospito sia eccessiva: “Lo accusano di aver commesso una strage più grave di quella di Capaci e via D’Amelio”, scrivono, sottolineando la differenza tra le terribili stragi di mafia avvenute nel nostro Paese – delitti per cui viene applicato il 41-bis – e il reato commesso da Cospito. “Lo accusano di un attentato che però non ha causato né morti né feriti”, continua il messaggio. Il 55enne, già condannato in via definitiva per aver gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare, è in attesa della definizione del giudizio per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano. Sarà l’appello-bis in corso a rideterminare la pena, ma il reato di strage politica per cui è accusato è uno dei più gravi previsti dal codice penale.
Da quando a ottobre ha iniziato lo sciopero della fame, Cospito ha perso oltre 40 chili e le sue condizioni di salute sono in peggioramento. “Alfredo ha iniziato una lotta con il suo corpo, una lotta terribile che lo sta conducendo alla morte nella totale indifferenza di coloro che dovrebbero e potrebbero intervenire – scrivono gli artisti -. Chiediamo di agire prima che sia troppo tardi”. I firmatari sottolineano che “il 13 gennaio il difensore di Cospito ha rivolto una richiesta al ministro per revocargli il 41 bis”. “Ha trenta giorni per decidere – insistono -. Nella sua inerzia e indifferenza i giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all’altro. Non si tratta solo di una vicenda personale o di buonismo, ma di affermare un principio“.