Cinque auto aziendali con il logo della Tim, parcheggiate a poca distanza una dall’altra, sono state incendiate da ignoti che sono riusciti a introdursi all’interno del parcheggio esterno della sede della Telecom Italia in via Val di Lanzo 139 a Roma, nel quartiere di Montesacro. Su una cabina elettrica sono state poi tracciate, con una bomboletta di vernice spray nera, la “A” di anarchia e la scritta “No 41-bis“, mentre all’esterno del muro di cinta del parcheggio è comparsa la scritta “black bloc“. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire al o ai responsabili del gesto, rivendicato su siti web di area anarchica: “Nelle prime ore della notte di lunedì 30 gennaio abbiamo portato avanti un’azione incendiaria contro Tim. L’attacco è stato condotto introducendoci nel parcheggio di una delle sue sedi ed appiccando il fuoco a cinque veicoli. Tim collabora attivamente al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici”, si legge. “Che lo stato assassino e i padroni sappiano che questo è solo l’inizio e più che una minaccia è una promessa”, prosegue il comunicato, esprimendo “solidarietà ad Alfredo Cospito in lotta contro il 41-bis, “solidarietà a Juan, Anna, Ivan e tutti gli anarchici ostaggi nelle galere dello stato” e concludendo con “viva l’anarchia”.

Quello di Roma è il secondo episodio in poche ore che appare riferibile a un’azione degli antagonisti di area anarchica in solidarietà alla vicenda di Cospito, in sciopero della fame da oltre 100 giorni per protestare contro il regime carcerario disposto lo scorso maggio dal ministero della Giustizia. Nella notte, infatti, due auto della polizia locale di Milano sono andate a fuoco nel parcheggio del comando distaccato di viale Tibaldi, nella zona sud della città. Un gesto doloso, provocato dal lancio di almeno una bottiglia molotov, che ha portato l’indagine in mano alla Digos e al pool antiterrorismo della Procura milanese dopo un primo intervento dei carabinieri. Nel parco adiacente al comando, tra l’altro, sarebbero stati trovati anche altri tre-quattro ordigni simili inutilizzati. Al momento il gesto non è stato rivendicato. Dopo il lancio delle molotov, avvenuto intorno alle tre del mattino, è stato informato il pm di turno Rosario Ferracane ed è stato aperto un fascicolo per incendio e danneggiamento, che passerà a breve al dipartimento antiterrorismo, guidato dal procuratore Marcello Viola. Anche se allo stato non risultano rivendicazioni, a detta di chi indaga, il target – considerato tuttavia di “basso livello” – farebbe pensare a un azione degli anrchici in solidarietà a Cospito.

“A un innalzamento della tensione è doveroso far seguire un innalzamento dell’attenzione“, ha commentato nel pomeriggio al Tg4 il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Cospito “ha dimostrato di essere un soggetto con un discreto grado di pericolosità ed è stato condannato in via definitiva per gravissimi reati per i quali gli organi giudiziari hanno proposto il 41-bis. Queste azioni, che non sottovalutiamo, non saranno quelle che ci condizioneranno per le scelte del futuro”, ha chiarito. Nel Consiglio dei ministri tenuto in serata, il titolare del Viminale ha insistito sulla “rete di supporto nei confronti del detenuto, manifestatasi in plurimi episodi di atti vandalici o incendiari e in manifestazioni di piazza, anche violente, rassicurando che gli accresciuti rischi per la sicurezza hanno determinato un innalzamento dell’attenzione e delle misure necessarie per fronteggiarli”, si legge nel comunicato di palazzo Chigi. Mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani “ha riferito del rafforzamento del sistema difensivo della rete diplomatica italiana all’estero, reso necessario dalle ostilità manifestate nei confronti di sedi di ambasciate e consolati, in varie località, da Atene a La Paz, da Barcellona a Madrid, fino a quelle più recenti di Berlino, oltre che nei confronti di beni appartenenti a personale diplomatico”. Nel suo insieme, termina la nota, il Cdm ha manifestato “la volontà di non scendere a patti con chi usa violenza e minaccia come strumento di lotta politica”.

In Procura a Milano – competente su reati commessi contro magistrati di Torino – è aperto anche un fascicolo per indagare sulla busta con proiettile e con la “A di anarchia recapitata a fine dicembre al procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, che sostiene l’accusa nel processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino all’anarchico Cospito e di cui ha chiesto la condanna all’ergastolo e 12 mesi di isolamento. Proprio a Torino, oggi, si è tenuto un vertice in procura sul caso Cospito e la mobilitazione degli anarchici. Il procuratore capo Anna Maria Loreto e un procuratore aggiunto del pool antiterrorismo hanno incontrato un magistrato della Dna per discutere della situazione. Nulla è trapelato rispetto all’esito del colloquio. Nel capoluogo piemontese, nella notte tra venerdì e sabato, è stato incendiato un ripetitore di telefonia mobile nella zona collinare: sul posto è stata trovata una scritta di solidarietà a Cospito. Una seconda inchiesta è aperta a Milano, sempre sull’area anarchica, e riguarda le urla e gli insulti contro i magistrati, nell’udienza del 19 dicembre del processo a Cospito, con frasi come “fascisti“, “siete degli assassini”, “vergognatevi“, “avete le mani sporche di sangue”, urlate da alcuni anarchici in aula.

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