Le misure in favore dei lavoratori fragili che non possono lavorare in modalità agile potrebbero presto essere prorogate. La domanda però è: come e quando. Durante il question time del 26 gennaio al Senato, la Ministra del Lavoro, Marina Calderone ha detto che darà parere favorevole agli emendamenti proposti alla legge di conversione del decreto Milleproroghe che estendono i provvedimenti previsti per i lavoratori fragili e che non sono stati rinnovati con la Legge di Bilancio 2023. Non ha però specificato la volontà di sanare un vulnus che si trascina ormai da sette mesi sulla pelle dei “superfragili”, vale a dire migliaia di lavoratori che non sono in condizioni di tornare in azienda per i rischi che corrono, ma quel lavoro non lo possono neppure svolgere da casa: piazzaioli, dentisti, magazzinieri etc affetti da gravi patologie croniche ad alto rischio, che sono rimasti senza tutele. In pratica, “super-fragili” il cui futuro è ipotecato sia dalla salute che dalle condizioni di lavoro.

La Manovra, infatti, ha prorogato al 31 marzo solamente il regime di smart working semplificato, escludendo le categorie di lavoratori che non possono svolgere l’attività lavorativa in modalità agile. Un buco, un vuoto legislativo, che si trascina ormai dal 30 giugno 2022, quando ai fragili e cronici è stata tolta la possibilità di assentarsi dal lavoro per malattia ma con equiparazione al ricovero ospedaliero, vale a dire senza che le consumassero il cosiddetto comporto di malattia di 180 giorni, oltre il quale il dipendente può essere licenziato dal datore. Molti avevano consumato ferie, permessi e malattia nel periodo emergenziale, e una volta tornati al lavoro, come ha raccontato il Fatto.it, non hanno più trovato il loro posto, persino la scrivania: ad attenderli era pronta una dichiarazione di inidoneità alla mansione che prelude al licenziamento per giustificato motivo. La Ministra del Lavoro annuncia che sul punto è in corso un’interlocuzione tecnica con gli uffici competenti del Ministero della Pubblica Amministrazione per la valutazione congiunta degli interventi normativi necessari. Ma su questo aspetto specifico non ha assunto una posizione chiara.
“Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sosterrà ogni iniziativa volta alla proroga almeno trimestrale dello smart working per i lavoratori fragili al fine di proseguire nell’azione di protezione dei soggetti più esposti al rischio Covid”. Abbiamo chiesto al portavoce del ministro di esplicitare se sosterrò anche la tutela per chi non può tornare al suo posto, non è arrivata risposta.

Gli emendamenti finora presentati da varie forze dicono infatti cose diverse. I Dem propongono, tra l’altro, la proroga dal 31 marzo (come attualmente previsto) al 30 giugno. Il Movimento cinque stelle si spinge, invece, fino al 31 dicembre e proroga anche per i fragili che non possono svolgere la mansione in modalità agile di equiparare i periodi di assenza al ricovero ospedaliero, escludendoli dal periodo di comporto. La stessa proposta è contenuta anche in un emendamento di Fratelli d’Italia. il senatore Antonio Guidi, responsabile del dipartimento di Disabilità ed Equità sociale del partito propone la retroattività al 1 luglio 2022 per chi non può usufruire dello smart working.

M5s propone inoltre la proroga della procedura semplificata di comunicazione telematica per i lavoratori del settore privato, senza quindi la necessità di sottoscrivere l’accordo individuale. Insomma, il pressing c’è, soprattutto da parte delle opposizioni. “Sarebbe molto grave – avverte la capogruppo del Pd in Senato Simona Malpezzi – se il governo non facesse quello che la ministra Calderone ha dichiarato in Aula”. “Auspichiamo che il governo non resti inerte – dicono da M5s Orfeo Mazzella e Barbara Guidolin – di fronte alla necessità di salvaguardare la salute di migliaia di cittadini”. Come andrà a finire la partita si vedrà comunque la prossima settimana quando inizieranno le votazioni sul milleproroghe in commissione al Senato dove sono attesi, tra l’altro, emendamenti dei relatori e del governo.

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