Si riaccendono le polemiche per il costo dei carburanti, di nuovo in aumento. A rinfocolare il dibattito sono anche i dati comunicati oggi dalla Guardia di Finanza relativi ai controlli presso i benzinai effettuati nel solo mese di gennaio. Le verifiche sono state 2.518 da cui sono emerse 989 violazioni alla disciplina prezzi. In 648 casi l’irregolarità rilevata è l’omessa comunicazione al ministero dei prezzi, negli altri 341 la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati. Illustrando i dati alla Camera il colonnello Alberto Nastasia, capo Ufficio tutela uscite e mercati del Comando generale della Guardia di Finanza ha sottolineato che dopo le direttive “impartite” dal governo è stata disposta “un’ulteriore intensificazione” dell’azione di controllo. Il riferimento è al decreto trasparenza varato dal governo Meloni dopo che la completa eliminazione degli sconti sulle accise aveva provocato, come prevedibile, un’impennata dei prezzi alla pompa. Il governo ha però accusato i distributori di comportamenti speculativi, addebito che ha portato i benzinai a proclamare lo sciopero di settimana scorsa, ridotto alla fine ad un solo giorno. Tra le misure del decreto c’è anche l’obbligo di esposizione dei prezzi medi praticati a livello nazionale.

“I dati della Guardia di Finanza sono gravissimi. Il fatto che il 39,3% dei benzinai sia stato multato, nonostante a gennaio fossero sotto osservazione, attesta l’ampia diffusione delle irregolarità. Insomma, il fatto che, come abbiamo sempre sostenuto, a gennaio non abbiano speculato sul rialzo dei prezzi, dovuto invece al governo Meloni, non vuol dire che la categoria sia da assolvere”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Nel frattempo i listini continuano ad essere ritoccati al rialzo e ulteriori rincari potrebbero arrivare dopo il 5 febbraio quando entrerà in vigore l’embargo per i prodotti petroliferi raffinati russi. Nonostante la chiusura di scorsa settimana al ribasso per le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati il prezzo della benzina self service è salito a 1,880 euro/litro (+5 millesimi, compagnie 1,883, pompe bianche 1,876), il diesel a 1,922 euro/litro (+4 millesimi, compagnie 1,927, pompe bianche 1,912). Ieri Federconsumatori ha chiesto al governo di intervenire “almeno in via transitoria riducendo fortemente l’Iva sui carburanti (applicata anche sull’importo dell’accisa) portandola al 45”: Secondo le stime dell’associazione il risparmio per ogni famiglia sarebbe di oltre 200 euro annui”.

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