Il Tribunale di Milano ha condannato la Regione Lombardia per discriminazione accogliendo il ricorso di Emergency e Asgi. La condotta illegittima consisteva nel negare il diritto all’esenzione dal ticket per i cittadini disoccupati che non avevano avuto in precedenza un rapporto di lavoro. Una prassi che, secondo i ricorrenti, era apparentemente neutra ma creava uno svantaggio “in misura enormemente più elevata” a danno degli stranieri. Il perché lo spiega la giudice Maria Beatrice Gigli nell’ordinanza. Era “evidente che uno straniero richiedente asilo o titolare di permesso di soggiorno per motivi non lavorativi non possa vantare un precedente rapporto di lavoro subordinato in Italia. Ciò tanto più che (…) i richiedenti asilo possono svolgere attività lavorativa solo decorsi 60 giorni dalla richiesta del relativo permesso di soggiorno”.

Così il Tribunale di Milano ha ordinato alla Regione Lombardia di attribuire il codice di esenzione E02 (dal ticket) a tutti i residenti disoccupati che ne facciano richiesta e che rientrino nelle condizioni di reddito, indipendentemente dalla esistenza o meno di un pregresso rapporto di lavoro. Si pone così fine a una prassi ritenuta “discriminatoria” e che si rifaceva a un orientamento del ministero della Salute. Per anni vigeva la distinzione tra persone disoccupate ai quali veniva riconosciuta l’esenzione dal ticket e “inoccupate” (cioè persone prive di lavoro che in precedenza non avevano mai lavorato) ai quali invece l’esenzione veniva negata. Una distinzione che colpiva in particolare i richiedenti asilo e i rifugiati che, soggiornando da poco in Italia difficilmente avevano potuto trovare lavoro. La svolta è arrivata nel luglio del 2022 quando il Consiglio di Stato ha affermato la parità di trattamento tra inoccupati e disoccupati. Ma diverse regioni, tra cui la Lombardia, non si sono adeguate. E così il Tribunale di Milano ha ordinato l’eliminazione della discriminazione e la pubblicazione del dispositivo sul sito istituzionale della Regione Lombardia per almeno 30 giorni per permettere alle persone di venirne a conoscenza.

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