Quanti morti ci furono a causa della pandemia e quante invece furono le morti causate anche dal Covid? Non lo sapremo mai, ma questa domanda senza risposta mi ha sempre tormentato in questi anni. Semplicemente perché io vivo in quella camera a gas che è la pianura padana, e in particolare in quella città che è Torino, una delle metropoli più inquinate d’Europa. Un terreno fertile per morire anche a causa del Covid. Del resto la stessa autorità inquirente torinese nel 2022 distinse i morti da Covid dai morti con Covid.

Detto altrimenti: se non si vivesse in una camera a gas, il Covid avrebbe ucciso molto di meno. E comunque di inquinamento, anche senza Covid, si muore, eccome. Tant’è che, sempre a Torino, c’è chi si rivolge alla magistratura per ottenere i risarcimento del danno per inquinamento atmosferico. Una lunga premessa per dire che ancora una volta, come accade ogni anno, Legambiente è lì a denunciare quest’aria malsana, e lo fa col report 2023 “Mal’aria di città – Cambio di passo cercasi”. E guarda caso, come per gli anni passati, in testa alla classifica di città più inquinate troviamo sempre Torino e Milano, con altissime percentuali di polveri sottili (PM10 e PM 2,5) e anche di biossido di azoto. Le percentuali sono talmente alte da far presumere che non si potranno raggiungere gli obiettivi fissati dall’Ue in tema di inquinamento atmosferico al 2030 e tanto meno l’inquinamento zero fissato per il 2050, anno in cui, tra l’altro, dovrebbe concretizzarsi lo zero consumo di suolo…

Ecco che allora la stessa associazione ambientalista rivolge un appello all’attuale governo – con relativa petizione online – affinché intervenga drasticamente su questo fronte e suggerisce alcune proposte, tipo la riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni), l’incentivazione del trasporto pubblico e dell’uso di messi elettrici condivisi, aumentando altresì le piste cicmlabili.

Se posso permettermi, l’associazione però si dimentica di un tema fondamentale come quello del verde in città, che mitiga inquinamento e riscaldamento. Milano, ad esempio, aveva una grossa opportunità di creare vaste zone alberate agli ex scali ferroviari, e invece opta per una vasta colata di cemento che ridurrà drasticamente l’ipotesi iniziale di polmone verde. A Torino, altro esempio, si considera una vittoria essere riusciti a salvaguardare un prato nel quartiere Parella, visto che la città continua ad erodere verde con nuove concessioni edilizie.

Pregevole iniziativa comunque quella di Legambiente, quanto meno per il focus che fa su una politica che uccide la gente (52000 morti per inquinamento in Italia, circa il 20% di quelli registrati in tutta Europa), ma, realisticamente, pensate/pensiamo che possa cambiare qualcosa? Non c’era da aspettarsi nulla di concreto dai governi precedenti, e infatti nulla in campo ambientale è stato fatto, anzi. Figurarsi dal governo attuale, tanto più che la coalizione è quella che ritroviamo nelle principali regioni del nord: Piemonte, Lombardia, Veneto. A mero titolo di esempio, in Piemonte si vuole realizzare la tangenziale est di Torino (voluta peraltro dalla città metropolitana a guida Pd) ed una nuova superstrada Novara-Vercelli. In Lombardia si dà il via alla Pedemontana Lombarda. In Veneto si va avanti su quella Veneta.

Una volta si diceva “siamo realisti, chiediamo l’impossibile”. Ecco, chiediamo pure l’impossibile.

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