Da Einspritzung (iniezione) a Electric per salvare il marchio GSe, nel quale le prime due consonanti stanno per Grand Sport. Dalla Commodore Coupé, il primo modello commercializzato con questa insegna, è passato oltre mezzo secolo (venne lanciata nel 1972), e l’obiettivo di Opel resta quello di proporre una variante sportiva ai propri clienti.

Le nuove Astra berlina a cinque porte, Sportstourer, e Grandland non possono permettersi di allontanare né la casa del Fulmine (completamente elettrica in Europa dal 2028) né il gruppo Stellantis di cui fa parte dagli obiettivi di riduzione delle emissioni e per essere GSe montano sistemi plug-in noti, che per i tre modelli rappresentano il top di gamma. Il risultato è l’allestimento più esclusivo (in termini di dotazioni e di prestazioni) e vetture più sportive. Il compromesso è sicuramente al rialzo, anche nel prezzo, con il paradosso che la percezione dell’aumentata dinamicità viene assorbita dai dispositivi installati per garantire il comfort e allo stesso tempo assicurare più tenuta in curva e in frenata.

La gamma dispone di una taratura sportiva dello sterzo, di risposte dedicate per sterzo (comunque morbido), freno e sospensioni, con le molle e gli ammortizzatori a olio impostati specificamente. Gli ingegneri sono particolarmente orgogliosi dell’adozione del Frequency Selective Damping che permette agli ammortizzazione di intervenire in maniera differenziata alle alte frequenze e alle basse frequenze assorbendo una parte delle tipiche “ruvide” risposte di una sportiva. Lo stesso ESP, che ha una soglia di attivazione più alta, lavora con parametri diversi rispetto ai modelli non GSe.

Le Astra dispongono anche di un assetto ribassato di 10 millimetri.

La gamma è caratterizzata dal tetto nero (solo sulla Grandland, a richiesta, si può avere anche il cofano della stessa tinta), dai paraurti e dai fascioni anteriori dedicati, mentre al posteriore spicca il loro specifico. Anche all’interno Opel ha voluto distinguere le Grand Sport Electric, tra l’altro con i sedili sportivi in Alcantara e sempre “salvaschiena”.

Le due Astra (la berlina arriva in primavera, mentre la Sportstourer in un secondo tempo) sono equipaggiate con il sistema plug-in da 225 Cv a trazione anteriore, montato da Opel in esclusiva sulle GSe. Il millesei benzina da 180 Cv è abbinato all’unità elettrica da 110 che assicura una coppia di 360 Nm. La Granland a quattro ruote motrici arriva a 300 Cv perché il propulsore termico di identica cilindrata arriva a 200 Cv e le due unità elettriche, una per asse, apportano altri 110 Cv, all’anteriore, e 130, al posteriore, per complessivi 520 Nm.

Velocità massima (235 km/h), andatura di punta elettrica (135 km/h), tempi di ricarica delle batterie (da 12,4 kWh sulle Astra e da 14,6 sul Suv), autonomie, emissioni e consumi sono praticamente identici. Il rifornimento di energia avviene in 115 o 120 minuti, la percorrenza in elettrico è compresa fra i 62 e i 64 chilometri, mentre quella assoluta (almeno per i primi 100 chilometri, affrontati con l’accumulatore carico) oscilla fra gli 83 e i 91 km/l con un rilascio di CO2 fra i 25 e i 28 g/km.

Le movimentate strade andaluse rivelano consumi più alti, peraltro con una guida ben poco efficiente e adeguata al tipo di alimentazione, ma anche una maggiore vocazione al dinamismo. La potenza, del resto, invita a spingere e a saggiare la declinazione sportiva della Astra berlina a cinque porte, che si muove bene sull’asfalto e che resta composta anche in fase di frenata brusca. Il comfort, anche acustico, resta elevato. La trasmissione è automatica e le leve al volante consentono una guida manuale solo parziale: superati determinati parametri, le cambiate vengono decise dalla macchina.

Gli ordini sono già aperti: per la berlina servono 48.050 euro, per il suv non meno di 55.000. In quanto top di gamma è più ricca anche la dotazione (l’elenco degli equipaggiamenti è lungo), ma mettendo mano al portafoglio si può spendere molto di più.

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